La tecnologia cambia la guerra, con l'evoluzione
delle armi è cambiato il modo di fare la guerra e le società , la
polvere da sparo ha rimosso i cavalieri dall'equazione, la produzione
industriale ha creato la guerra di attrito e l'aviazione ha portato
la guerra ad estendersi oltre il fronte.
E fino a qui descriviamo le guerre fino alla Seconda
Guerra Mondiale, da qui non vi sono più state guerre tra avversari
dotati di tecnologia al passo con i tempi, tutti gli scontri
successivi sono stati volutamente contenuti, una nuova tecnologia
aveva infatti aperto un vaso di Pandora on la fine del secondo
conflitto mondiale: l'arma nucleare. Le potenze nucleari erano
automaticamente in stallo in caso di confronto diretto, un singolo
aereo avrebbe potuto devastare armate o città!
Per potenziare l'arma definitiva servivano sistemi
per portare le bombe sul suolo avversario, gli aerei potevano essere
abbattuti e la certezza di superare le difese avversarie non poteva
essere garantita, lo sviluppo della missilistica ha permesso di
sviluppare il mezzo di consegna definitivo nel Missile BalisticoIntercontinentale. Con questo passo da casa propria ora è possibile
spedire un pacchetto ovunque nel mondo, quando entrambe le
superpotenze dell'epoca riuscirono a perfezionare la tecnologia la
guerra tra loro divenne impossibile: qualsiasi scontro avrebbe
scatenato una Distruzione Mutua Assicurata .
Parallelamente la missilistica evolveva per fornire
metodi per abbattere i veicoli nemici, cosa già dimostratasi utile
con le granate a razzo, a distanze sempre maggiori e contro bersagli
sempre più evasivi: aerei e navi. Per questi scopi il nucleare
risultava troppo costoso e pericoloso quindi si svilupparono
progressivamente diversi metodi di guida e riconoscimento dei
bersagli.
Le richieste di entrambe questi sviluppi erano un
“cervello” in grado di eseguire ordini programmati sempre più
piccolo e affidabile, sensori sempre più precisi e piccoli da
accoppiare a “mappe” di terreni e bersagli affidabili. L'avvento
dell'elettronica a semiconduttori ha aperto le porte agli strumenti
adatti per questi scopi e ad altre meraviglie che sono nella vita di
ognuno di noi, l'elettronica di consumo è ormai parte integrante del
mondo e porta con sé molte delle tecniche e tecnologie nate nella
armi.
Ad un certo punto di questa tumultuosa storia
qualcuno si è reso conto di poter costruire un aereo guidato da un
computer, fondendo così il bombardiere e la bomba ma lasciando a
casa il pilota. I primi missili da crociera erano costasi e
complicati quanto i missili balistici ma molto più versatili ed in
grado di usare testate non nucleari, l'elettronica di controllo però
diminuiva di costo e volume con la legge di Moore e presto divenne
possibile realizzarne uno con materiali non militari.
Il caleidoscopio chiede un analisi di queste nuove
svolte ed è sempre meglio partire con una bella autopsia, come nei
migliori gialli, del nostro soggetto!
Un missile da crociera può essere scomposto in
struttura, sensori, processore, attuatori, motore e carico
La struttura è ciò che si vede del missile,
generalmente un cilindro, e comprende le superfici alari necessarie
alla guida e, eventualmente, a sostenerlo in volo. Possono essere di
vari materiali ma la leggerezza è sempre una caratteristica
desiderabile, la velocità di crociera può imporre ulteriori
vincoli: ad alte velocità corrispondono temperature sempre più
alte, in alcuni casi simili a quelle che si sperimentano durante il
rientro di una nave spaziale. Per i missili a bassa velocità fibre
di carbonio o di vetro sono ideali, adeguatamente preparate
sopravvivono a velocità vicine a quelle del suono.
I sensori possono essere di molteplici tipi, in base
al tempo di volo previsto ed al bersaglio, alcuni emettono e ricevono
segnali (attivi), altri ricevono solo (passivi), altri ancora non
necessitano di alcun segnale esterno ma si affidano all'inerzia ed
alla gravità (navigazione inerziale). Tra i sensori attivi dominano
i radar, sia per individuare il bersaglio che per ottenere un
immagine del terreno o, nella forma più semplice, la sola altezza
del missile da terra, con i laser sono usati spesso anche per
ottenere una detonazione quando il bersaglio è in prossimità del
veicolo (detonatori di prossimità). I sensori passivi sono
generalmente divisibili in “telecamere” ed “antenne”, le
telecamere vedono una scena o un segnale nello spettro della luce, le
antenne ascoltano i segnali radio. Nelle “telecamere” è spesso
preferito l'infrarosso (termografia) mentre le antenne sono
prevalentemente usate per ricevere i segnali di geo-localizzazione
provenienti da stazioni fisse a terra o satelliti. I sistemi che siaffidano all'inerzia sono i più complessi e, in un certo senso i
più antichi , poiché ogni errore di misura si somma nel tempo, la
ricerca di una altissima precisione può renderli particolarmente
voluminosi e pesanti quindi si tende a cercare compromessi ovunque
sia possibile, dove non lo è esistono soluzioni ma a prezzi
letteralmente spaziali. Tutti i sensori hanno dei limiti nella
precisione di ciò che rilevano, ovviamente più il segnale è forte
più la precisione aumenta quindi i sensori che seguono un bersaglio
saranno molto precisi in fase terminale mentre quelli di posizione
avranno una precisione relativamente costante. La precisione dei
sensori può essere degradata da metodi di Guerra Elettronica, dal
camuffamento o possono essere ingannati da esche.
Il processore è un computer con la funzione di
ricevere le informazioni dei sensori e trasformarle in comandi per
gli attuatori. Le informazioni ricevute servono a determinare la
posizione del missile e, in fase terminale, del bersaglio,
individuare la posizione di un oggetto in movimento non è però
semplice, come abbiamo visto i sensori hanno dei limiti nella
capacità di individuarla e spesso danno informazioni discordanti.
Generalmente viene usa una forma del Filtro di Kalman per integrarle,
il filtro permette di pesarne l'affidabilità e utilizzarle per
giungere ad una buona stima e a traiettorie prive di “saltelli”
dovute alle stime di posizione, conosciuta la propria posizione il
computer provvede a definire i cambi di direzione necessari. La fase
terminale è relativamente più semplice in quanto il missile non
necessita di conoscere la propria posizione ma semplicemente quella
del bersaglio, il sistema preferito è la Navigazione Proporzionale e
questa richiede semplicemente che l'angolo tra il missile ed il
bersaglio non cambi.
Gli attuatori sono i meccanismi che applicano un
azione fisica che modifica la traiettoria del missile, spesso sono o
elettrici o idraulici ma esistono anche altre varianti. Gli attuatori
consumano energia e quindi richiedono una fonte a bordo del missile,
quelli spinti da turboreattori possono ottenere da esso quanto
richiesto mentre quelli a razzo utilizzano batterie speciali,
esistono anche piccole turbine costruite solo a questo scopo per casi
più rari.
Il motore è ciò che dà la spinta al missile e ne
costituisce la parte più semplice o più complessa in base a quale
si usa: quelli a propellente solido sono semplicemente blocchi di
materiale, le turboventole sono spesso la versione in miniatura dei
motori a reazione poi possono esserci scelte esotiche come motori
convenzionali o ramjet. Ovviamente la scelta della propulsione
influenza sia la durata che la velocità massima quindi è sempre
subordinata all'utilizzo che si intende fare del missile. Un caso
speciale sono però i “missili senza motore”, bombe in grado di
comportarsi come alianti e veleggiare verso i loro obbiettivi, una
categoria spesso in sovrapposizione con le “bombe intelligenti”
che sono solo in grado di correzioni in fase di caduta.
Il carico è ciò che il missile è destinato a
portare sul bersaglio e generalmente è esplosivo in varie forme e
configurazioni senza dimenticarsi ovviamente la possibilità di una
bella carica nucleare! In passato era previsto anche un possibile
impiego per armi chimiche o biologiche ma, visti i rischi di questo
tipo di guerra, è probabilmente stato abbandonato. Ultimamente
stanno anche andando fori moda le submunizioni, in crescita sembra
invece la categoria delle FAE.
Una categoria simile ma a parte sono i missili
balistici, già nominati, in quanto si comportano in maniera simile a
quelli da crociera ma seguendo traiettorie balistiche o
semi-balistiche, ultimamente è d'uso relativamente comune utilizzare
anche su questi un sistema di guida terminale per aumentarne la
precisione.
Giro di caleidoscopio e vediamo di cosa sono capaci,
per questo abbiamo bisogno di due concetti, la gittata ed il CEP(Circular Error Probable):
- la gittata è quanta strada può percorrere il missile
- il CEP rappresenta la precisione, è la dimensione del cerchio intorno al bersaglio (un punto) nel quale ci si aspetta cada il 50% dei missili.
Vediamo ora i più famosi giocattoli dei militari:
- TomaHawk USA: CEP 10m, gittata 2500Km, 1600Kg, 1,8 milioni
- 3M54 Kalibr Russia: CEP 5m, gittata 2500Km (4500Km?), 1700Kg, costo ignoto
- Kh-101 Russia: CEP 10m, gittata 5500Km, 2500Kg, costo ignoto
- Soumar Iran: CEP ? (<20m con tecnologia Kh-55), gittata 2000Km, costo ignoto
- Storm Shadow UE-UK: CEP 15m?, gittata 560Km, 1300Kg , 0,85 milioni
- KEPD 350 UE: CEP 10m (3m IIR), gittata 500Km, 1500Kg, 0,95 milioni
L'attacco Houti in Arabia Saudita ha dimostrato una
precisione nel raggio di 10m (circa) ad una distanza di molte
centinaia di Km, ma si parla di un mix di droni e missili da crociera
dove i droni potrebbero aver guidato la fase finale dei
missili.........
In effetti la distinzione tra un missile da crociera
ed un drone va riducendosi, un missile è autonomo mentre un drone è
pilotato da remoto, i moderni droni hanno capacità autonome notevoli
ed i missili da crociera stanno integrando data-link a 2 vie e
possono essere riprogrammati in volo, passo breve dal guidarli. Qui
il caleidoscopio suggerisce una convergenza interessante che potrebbe
sfociare in un unica classe di drone-missile, in grado di percorrere
lunghe distanze per poi essere pilotato sull'obbiettivo da persone
lontane o sul posto.