La morte di Quasem Solemani, comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniane, ha scatenato paure di guerra e tensioni in giro per il pianeta e per il medio oriente allargato, non voglio esprimere un giudizio sulla persona, non lo ho mai conosciuto, come non vorrei incollargli facili etichette come vuole la prassi di oggi che vede tutto in prospettive da stadio.
Wikipedia ha un ottimo riassunto sulla sua biografiaufficiale , fosse
stato un americano lo avrebbero definito un "uomo che si è
fatto da sé" mentre in Italia ricorda le figure di alcuni capi
partigiani, come molti personaggi che si adattano a queste
definizioni è sicuramente un misto inscindibile di luci abbaglianti
e tenebre sanguinose. Un uomo che passa la sua vita nel mestiere
delle armi si troverà a finirla con le mani sporche di sangue,
direttamente od indirettamente, senza una vera possibilità di una
redenzione o di una giustificazione agli occhi del mondo anche se
bisogna guardare il caleidoscopio dei mondi per capire qualcosa di
più.
Solemani scelse di lasciare la famiglia per ripagarne
i debiti con il governo, trasferitosi in città lavorò e frequentò
la moschea, lì incontrò un messaggio che lo colpì tanto da
spingerlo a combattere per esso. Non potendo sapere quali parole lo
investirono possiamo però immaginare che scatenarono nel giovane
operaio una tormenta di emozioni in grado di alterare per sempre il
corso della sua vita, portandolo a rischiarla in molte occasioni per
ciò in cui credeva.
Di lui non si saprà mai molto se non la sua abilità
sia come comandante che come diplomatico, doti che lo hanno reso un
bersaglio ed un simbolo. Chi si trovava dall'altro lato delle sue
convinzioni lo doveva forzatamente considerare un avversario
insidioso e imprevedibile, al di là di questo muro la necessità di
terminare questa minaccia è diventata sempre più pressante con il
tempo e giustifica pienamente la scelta estrema della sua
eliminazione a tutti i costi. Per noi italiani le sue capacità
hanno significato rischi incalcolabili per i nostri uomini dispiegati
all'estero, per i contingenti occidentali ed i loro alleati è stato
un assassino spietato ed efficacissimo che ha portato a morte
prematura migliaia di persone sia tra i civili che tra i combattenti,
per il suo governo è stato una pedina di guerra e propaganda di
indubbio valore.
Girando il caleidoscopio vediamo che tutte le azioni
terribili per noi sono gli atti di un eroe per coloro che ne
condividevano gli obbiettivi, moltissimi sciiti possono vedere in lui
l'esempio di un partigiano di successo, dallo stesso lato però
sicuramente si è reso una presenza ingombrante per molti
all'interno del suo stesso governo. Molti eroi sono più un peso
che una risorsa passata la battaglia e la volontà di commercio è
sempre legata alla pace e la Persia è sempre stata parte della via
della seta, terra di mercanti. Quindi anche alle proprie spalle
Solemani probabilmente aveva coltelli affilati pronti ad aiutarne la
dipartita, non ovviamente alla luce del sole, e la possibilità di
eliminare l'uomo per renderlo un icona muta da far "parlare"
a comando sicuramente a qualcuno sarà passata per la mente!
La sua morte non provocherà sicuramente una guerra
perché, a parte i proclami, nessuna nazione ne trarrebbe alcun
beneficio reale, anche gli israeliani, che vedrebbero di buon occhio
un Iran devastato, non hanno un interesse immediato ad uno scontro
nell'immediato futuro. Rimane l'incognita delle possibili azioni
individuali o di piccoli gruppi di esaltati in cerca di una "giusta
vendetta" per quanto accaduto, senza un supporto logistico e di
intelligence le loro possibilità sono però limitate ai fatti di
cronaca ai quali ci stiamo tristemente abituando in occidente, lo
stragismo è sempre un affare di stato!
La guerra moderna è probabilmente inconcepibile tra
stati di media capacità ed un incubo per superpotenze reali,
l'invasione dell'Iraq ha richiesto gli sforzi congiunti di metà del
pianeta senza portare una reale vittoria definitiva, è stata
combattuta nelle migliori condizioni possibili e durante una fase di
economia in forte espansione.
Quindi non guardando i titoli dei giornali il
caleidoscopio non mostra nessun vento di guerra.
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