lunedì 27 gennaio 2020

Il missile da crociera, una presentazione inevitabile

La tecnologia cambia la guerra, con l'evoluzione delle armi è cambiato il modo di fare la guerra e le società , la polvere da sparo ha rimosso i cavalieri dall'equazione, la produzione industriale ha creato la guerra di attrito e l'aviazione ha portato la guerra ad estendersi oltre il fronte.
E fino a qui descriviamo le guerre fino alla Seconda Guerra Mondiale, da qui non vi sono più state guerre tra avversari dotati di tecnologia al passo con i tempi, tutti gli scontri successivi sono stati volutamente contenuti, una nuova tecnologia aveva infatti aperto un vaso di Pandora on la fine del secondo conflitto mondiale: l'arma nucleare. Le potenze nucleari erano automaticamente in stallo in caso di confronto diretto, un singolo aereo avrebbe potuto devastare armate o città!
Per potenziare l'arma definitiva servivano sistemi per portare le bombe sul suolo avversario, gli aerei potevano essere abbattuti e la certezza di superare le difese avversarie non poteva essere garantita, lo sviluppo della missilistica ha permesso di sviluppare il mezzo di consegna definitivo nel Missile BalisticoIntercontinentale. Con questo passo da casa propria ora è possibile spedire un pacchetto ovunque nel mondo, quando entrambe le superpotenze dell'epoca riuscirono a perfezionare la tecnologia la guerra tra loro divenne impossibile: qualsiasi scontro avrebbe scatenato una Distruzione Mutua Assicurata .

Parallelamente la missilistica evolveva per fornire metodi per abbattere i veicoli nemici, cosa già dimostratasi utile con le granate a razzo, a distanze sempre maggiori e contro bersagli sempre più evasivi: aerei e navi. Per questi scopi il nucleare risultava troppo costoso e pericoloso quindi si svilupparono progressivamente diversi metodi di guida e riconoscimento dei bersagli.
Le richieste di entrambe questi sviluppi erano un “cervello” in grado di eseguire ordini programmati sempre più piccolo e affidabile, sensori sempre più precisi e piccoli da accoppiare a “mappe” di terreni e bersagli affidabili. L'avvento dell'elettronica a semiconduttori ha aperto le porte agli strumenti adatti per questi scopi e ad altre meraviglie che sono nella vita di ognuno di noi, l'elettronica di consumo è ormai parte integrante del mondo e porta con sé molte delle tecniche e tecnologie nate nella armi.
Ad un certo punto di questa tumultuosa storia qualcuno si è reso conto di poter costruire un aereo guidato da un computer, fondendo così il bombardiere e la bomba ma lasciando a casa il pilota. I primi missili da crociera erano costasi e complicati quanto i missili balistici ma molto più versatili ed in grado di usare testate non nucleari, l'elettronica di controllo però diminuiva di costo e volume con la legge di Moore e presto divenne possibile realizzarne uno con materiali non militari.
Il caleidoscopio chiede un analisi di queste nuove svolte ed è sempre meglio partire con una bella autopsia, come nei migliori gialli, del nostro soggetto!



Un missile da crociera può essere scomposto in struttura, sensori, processore, attuatori, motore e carico

La struttura è ciò che si vede del missile, generalmente un cilindro, e comprende le superfici alari necessarie alla guida e, eventualmente, a sostenerlo in volo. Possono essere di vari materiali ma la leggerezza è sempre una caratteristica desiderabile, la velocità di crociera può imporre ulteriori vincoli: ad alte velocità corrispondono temperature sempre più alte, in alcuni casi simili a quelle che si sperimentano durante il rientro di una nave spaziale. Per i missili a bassa velocità fibre di carbonio o di vetro sono ideali, adeguatamente preparate sopravvivono a velocità vicine a quelle del suono.

I sensori possono essere di molteplici tipi, in base al tempo di volo previsto ed al bersaglio, alcuni emettono e ricevono segnali (attivi), altri ricevono solo (passivi), altri ancora non necessitano di alcun segnale esterno ma si affidano all'inerzia ed alla gravità (navigazione inerziale). Tra i sensori attivi dominano i radar, sia per individuare il bersaglio che per ottenere un immagine del terreno o, nella forma più semplice, la sola altezza del missile da terra, con i laser sono usati spesso anche per ottenere una detonazione quando il bersaglio è in prossimità del veicolo (detonatori di prossimità). I sensori passivi sono generalmente divisibili in “telecamere” ed “antenne”, le telecamere vedono una scena o un segnale nello spettro della luce, le antenne ascoltano i segnali radio. Nelle “telecamere” è spesso preferito l'infrarosso (termografia) mentre le antenne sono prevalentemente usate per ricevere i segnali di geo-localizzazione provenienti da stazioni fisse a terra o satelliti. I sistemi che siaffidano all'inerzia sono i più complessi e, in un certo senso i più antichi , poiché ogni errore di misura si somma nel tempo, la ricerca di una altissima precisione può renderli particolarmente voluminosi e pesanti quindi si tende a cercare compromessi ovunque sia possibile, dove non lo è esistono soluzioni ma a prezzi letteralmente spaziali. Tutti i sensori hanno dei limiti nella precisione di ciò che rilevano, ovviamente più il segnale è forte più la precisione aumenta quindi i sensori che seguono un bersaglio saranno molto precisi in fase terminale mentre quelli di posizione avranno una precisione relativamente costante. La precisione dei sensori può essere degradata da metodi di Guerra Elettronica, dal camuffamento o possono essere ingannati da esche.

Il processore è un computer con la funzione di ricevere le informazioni dei sensori e trasformarle in comandi per gli attuatori. Le informazioni ricevute servono a determinare la posizione del missile e, in fase terminale, del bersaglio, individuare la posizione di un oggetto in movimento non è però semplice, come abbiamo visto i sensori hanno dei limiti nella capacità di individuarla e spesso danno informazioni discordanti. Generalmente viene usa una forma del Filtro di Kalman per integrarle, il filtro permette di pesarne l'affidabilità e utilizzarle per giungere ad una buona stima e a traiettorie prive di “saltelli” dovute alle stime di posizione, conosciuta la propria posizione il computer provvede a definire i cambi di direzione necessari. La fase terminale è relativamente più semplice in quanto il missile non necessita di conoscere la propria posizione ma semplicemente quella del bersaglio, il sistema preferito è la Navigazione Proporzionale e questa richiede semplicemente che l'angolo tra il missile ed il bersaglio non cambi.

Gli attuatori sono i meccanismi che applicano un azione fisica che modifica la traiettoria del missile, spesso sono o elettrici o idraulici ma esistono anche altre varianti. Gli attuatori consumano energia e quindi richiedono una fonte a bordo del missile, quelli spinti da turboreattori possono ottenere da esso quanto richiesto mentre quelli a razzo utilizzano batterie speciali, esistono anche piccole turbine costruite solo a questo scopo per casi più rari.

Il motore è ciò che dà la spinta al missile e ne costituisce la parte più semplice o più complessa in base a quale si usa: quelli a propellente solido sono semplicemente blocchi di materiale, le turboventole sono spesso la versione in miniatura dei motori a reazione poi possono esserci scelte esotiche come motori convenzionali o ramjet. Ovviamente la scelta della propulsione influenza sia la durata che la velocità massima quindi è sempre subordinata all'utilizzo che si intende fare del missile. Un caso speciale sono però i “missili senza motore”, bombe in grado di comportarsi come alianti e veleggiare verso i loro obbiettivi, una categoria spesso in sovrapposizione con le “bombe intelligenti” che sono solo in grado di correzioni in fase di caduta.

Il carico è ciò che il missile è destinato a portare sul bersaglio e generalmente è esplosivo in varie forme e configurazioni senza dimenticarsi ovviamente la possibilità di una bella carica nucleare! In passato era previsto anche un possibile impiego per armi chimiche o biologiche ma, visti i rischi di questo tipo di guerra, è probabilmente stato abbandonato. Ultimamente stanno anche andando fori moda le submunizioni, in crescita sembra invece la categoria delle FAE.

Una categoria simile ma a parte sono i missili balistici, già nominati, in quanto si comportano in maniera simile a quelli da crociera ma seguendo traiettorie balistiche o semi-balistiche, ultimamente è d'uso relativamente comune utilizzare anche su questi un sistema di guida terminale per aumentarne la precisione.


Giro di caleidoscopio e vediamo di cosa sono capaci, per questo abbiamo bisogno di due concetti, la gittata ed il CEP(Circular Error Probable):
  • la gittata è quanta strada può percorrere il missile
  • il CEP rappresenta la precisione, è la dimensione del cerchio intorno al bersaglio (un punto) nel quale ci si aspetta cada il 50% dei missili.
Vediamo ora i più famosi giocattoli dei militari:
  • TomaHawk USA: CEP 10m, gittata 2500Km, 1600Kg, 1,8 milioni
  • 3M54 Kalibr Russia: CEP 5m, gittata 2500Km (4500Km?), 1700Kg, costo ignoto
  • Kh-101 Russia: CEP 10m, gittata 5500Km, 2500Kg, costo ignoto
  • Soumar Iran: CEP ? (<20m con tecnologia Kh-55), gittata 2000Km, costo ignoto
  • Storm Shadow UE-UK: CEP 15m?, gittata 560Km, 1300Kg , 0,85 milioni
  • KEPD 350 UE: CEP 10m (3m IIR), gittata 500Km, 1500Kg, 0,95 milioni
L'attacco Houti in Arabia Saudita ha dimostrato una precisione nel raggio di 10m (circa) ad una distanza di molte centinaia di Km, ma si parla di un mix di droni e missili da crociera dove i droni potrebbero aver guidato la fase finale dei missili.........
In effetti la distinzione tra un missile da crociera ed un drone va riducendosi, un missile è autonomo mentre un drone è pilotato da remoto, i moderni droni hanno capacità autonome notevoli ed i missili da crociera stanno integrando data-link a 2 vie e possono essere riprogrammati in volo, passo breve dal guidarli. Qui il caleidoscopio suggerisce una convergenza interessante che potrebbe sfociare in un unica classe di drone-missile, in grado di percorrere lunghe distanze per poi essere pilotato sull'obbiettivo da persone lontane o sul posto.


domenica 26 gennaio 2020

Popolazione e finanza, intrecci inaspettati

In precedenza abbiamo amabilmente parlato di come  la popolazione probabilmente non sia in aumento, con rinquoranti effetti sulle prospettive della sostenibilità della specie umana!
Il nostro articolista, fonte dei dati del precedente post, ci delizia con nuove informazioni invludendo un aspetto interessante, la finanza!
Diciamo che da qualche parte è successa una cosa interessante nella vita della specie, il proletariato propriamente detto si è estinto, lasciando un mondo non più medioevale (che magari non sarebbe neanche un male) ma semplicemente privo di necessità di forza lavoro ma desideroso di consumatori, una situazione paradossale con alcuni interessanti risvolti. Ford fu il primo a intuire la necessità di mantenere i salari in una fascia sufficiente a garantire la perpetuazione del business, cosa che incoraggia alcune scelte interessanti di Toyota e Mercedes, ma dimenticata negli anni del neoliberismo.

I proletari dovrebbero possedere solo i propri figli ma ormai i figli costano, quindi difficilmente la fascia più penalizzata economicamente può permetterseli quindi oggi abbiamo i "working poors" come classe più bassa della società. Il motivo più ovvio è la concorrenza spietata tra il lavoro umano e meccanico o robotico, poco relativo alla finanza in apparenza ma che scopriremo integrarsi nel quadro. Come agli inizi della rivoluzione industriale infatti è la disponibilità di risorse finanziarie, il capitale, a permettere l'investimento iniziale necessario alla costruzione e messa a punto di una fabbrica, ieri a catena di montaggio oggi robotica, in grado di surclassare in efficienza i precedenti mezzi di produzione.
Amici
o nemici?

L'analisi di Marx evidenzia però come il profitto della fabbrica possa venire solo dal circolo Denaro-Merce-Denaro, mentre il circuito della finanza è Denaro-Denaro (definita rendita da Marx), che può rompersi nel caso in cui non vi sia abbastanza denaro per comprare merci.Ovviamente esistono altre interpretazioni ma, progressivamente, sembrano avvicinarsi a questa idea di fondo, qui il caleidoscopio purtroppo vede poche deviazioni, con una spinta progressiva alla correzione rapida del problema prima che incida sulla catena economica e sociale.
Le ipotesi in campo sono diverse, in base ad i gusti di chi guarda ed al suo background culturale, fornendoci un caleidoscopio di proposte:
QE for people (provbabilmente attualmente applicato negli USA in forma nascosta)
mille altre sfaccettature........
Potremmo dire che finanza ed economisti vogliano invertire il campo di gioco per mantenere gli equilibri attuali, comunque ormai il dado è tratto e ne vedremo gli effetti.
Pure la corrente Movimento Rooevelt della Massoneria aderisce all'idea.
https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/helicopter-261.htm


Potrà sorprendere ma il trend della popolazione in realtà non varierà di molto nonostante eventuali interventi, il salto nel numero di figli personalmente credo sia legato al passaggio tra agricoltura di sussistenza ed industria, unito al maggiore investimento nella cura ed educazione dei figli. In questo senso l'organismo "umanità" sta cercando evidentemente un equilibrio con il suo ambiente e le risorse disponibili, un nuovo capitolo simile e diverso da quello raggiunto in passato. Il caleidoscopio infatti ci mostra come l'umanità si stia affrancando da molte delle peggiori abitudini e stia tentando di entrare in una nuova era, nonostante le spinte allarmistiche, dove una coscienza diffusa ed una probabile necessità pratica (troppi robot no business) ci potrebbero dirottare verso un cammino di graduale riduzione della popolazione e di miglioramento della vita per giungere ad un equilibrio stabile.

giovedì 23 gennaio 2020

Boeing, aziende e futuro

La Boeing Company era una delle aziende leader a livello mondiale nella produzione di tecnologia ed apparecchi aeronautici ed aerospaziali, sia a scopo civile che industriale, nel 1997 assorbì la Mc Donnel Douglas, altra azienda simile, creando un azienda teoricamente imbattibile nel campo.
La compagnia attualmente produce 6 modelli civili:
  • 737 Next Generation
  • 747
  • 767
  • 777
  • 787 "Dreamliner"
  • Boeing Business Jet
Il lato militare è enormemente più sviluppato e comprende molti esempi di veicoli molto noti:
  • Boeing B-52 Stratofortress
  • Boeing AH-64 Apache
  • V-22 Osprey
  • Boeing F-15E Strike Eagle
  • Boeing F/A-18E/F Super Hornet
  • Lockheed Martin F-22 Raptor
Non mancano missili e componentistica, aerei derivati a vari scopi e simili.

Il gigantesco conglomerato sembrerebbe inabbattibile, dispone di contratti miliardari e di clienti in tutto il mondo, negli anni il marchio di fabbrica è stata la grande affidabilità dei prodotti e la grande capacità correggere rapidamente ed efficacemente eventuali difetti.
Questo però è il passato, dall' 11 Marzo 2019 il modello di punta civile, il Boeing 737 MAX, è interdetto al volo sui cieli del mondo e da Gennaio 2020 laproduzione è ferma, dei 5000 velivoli prodotti o da produrre nessuno solcherà i cieli probabilmente per un lungo periodo.
Anche alcune commesse militari sembrano affette da problemi di affidabilità, senza dimenticare le più recenti follie nello spazio!

Come sia possibile che un azienda in grado di produrre un veicolo negli anni 50 e tutt'ora usato sia arrivata a questo punto sembra inesplicabile ma alcuni elementi aiutano ad individuare il problema!
In molti casi la strategia aziendale degli ultimi decenni sembra incentrata sulla massimizzazione del valore azionario della compagnia, spesso a scapito di tutto, ridimensionando a tutti gli effetti il profitto manifatturiero a scapito di quello finanziario. In molti aspetti la riduzione selvaggia dei costi e l'utilizzo di espedienti al limite del legale per rendere competitivi i propri prodotti sembra essere un movente ed un mezzo per la riduzione della qualità del prodotto, confidando sull'aura di affidabilità costruita il secolo scorso.
La qualità sacrificata sull'altare del profitto, cosa non nuova, nel campo di un azienda simile è ovviamente suicida, cosa nota all'interno, ma attualmente nessuno di coloro che hanno fatto queste scelte sembra averne subito alcun danno. Sembra sia riuscita una "privatizzazione del profitto estatalizzazione delle perdite", in effetti l'azienda è talmente fondamentale per la difesa USA che è matematicamente impossibile lasciarla fallire ed i contribuenti americani provvederanno alla cosa!

Il caleidoscopio gira e guardiamo all'interno di questo evento.
Le vite delle vittime sono state ampiamente dimenticate, nessuno al di fuori dell'Africa ha interesse a pubblicizzare la cosa ma molti hanno interesse a lasciarla dimenticare, anche in Africa.
Emergono continuamente nuovi elementi che dimostrano come da un lato problemi e difetti fossero noti nell'azienda, dall'altro fosse pratica comune una commistione di interessi impliciti con l'agenzia di controllo, la FAA.
Finite le soluzioni a basso costo o "di fortuna" non sembra interesse dell'azienda una seria revisione del progetto in toto con interventi strutturali, anche per implicazioni burocratiche, su un progetto iniziato negli anni 60 con un unico aggiornamento negli anni 80. La revisione effettivamente costringerebbe i piloti certificati per la famiglia 737 ad una nuova certificazione specifica per il 737MAX, cosa che l'azienda voleva evitare.
Non si vedono all'orizzonte processi o multe, la vita aziendale procede anche se con qualche ripercussione leggera all'interno e qualcosa di più tra i fornitori.
Un ultima nota, Boeing Company è un azienda ufficialmente dadita alla filosofia green, come dimostrano alcuni suoi progetti, siamo dunque sicuri della realtà che si cela dietro a molte proposte ecologiche dei giganti?

mercoledì 22 gennaio 2020

Crescita infinita, la chimera e l'ecologia

La crescita di qualsiasi entità reale è limitata!
Questa affermazione tiene in sé una serie di elementi su cui è necessario ragionare, nell'universo materiale nessuna quantità è INFINITA, neanche lo spazio stesso, può esistere una quantità INNUMERABILE di qualcosa, una quantità talmente alta da non poter essere espressa coerentemente con i numeri ma comunque finita.
Un esempio per aiutare a definire quantità INNUMERABILI, la terra come pianeta è composta di atomi ma il numero di questi atomi è però inesprimibile in termini accettabili per una mente umana, sappiamo per certo però che il loro numero è definito e quindi in linea di principio definibile. Per ovviare il problema usiamo la matematica esprimendo il valore in unità di misura diverse, ad esempio peso e volume, usando valori stimati (dovrebbero essere circa....) ed esprimendo ordini di grandezza: milioni, miliardi, trilioni, X*10^Y (X seguito da Y zeri). Lo stesso gioco vale per un corpo umano o per il numero di stelle visibili.
Un problema simile ha portato alla scoperta dei frattali, la questione era definite lalunghezza di una costa, anche questo semplice compito si è dimostrato impossibile senza una serie di semplificazioni ed approssimazioni ma ha regalato una fantastica branca della matematica.
Questo ci aiuta a capire come, nonostante la matematica, prima o poi ci si deve scontrare con limiti invalicabili, a prescindere da ciò che stiamo analizzando. In economia, in fisica, in ecologia o in sociologia, nonostante le diversità, possiamo trovare quantità innumerabili ma nessun infinito!
Tantissime stelle, impossibili da contare, sono comunque un numero preciso!

Noi umani però vorremmo una crescita infinita, di benessere, di felicità, di possedimenti, di potere..... Accettare un limite è dura, la realtà però ce lo nega, e tentiamo sempre di aggirare il limite o spostarlo, nel tempo siamo diventati bravi a farlo fino ad illuderci di poterlo fare con i limiti ultimi: la morte e la quantità finita delle risorse. Sfidare la morte individuale la vedo dura, per le risorse invece potremmo osservare che il nostro pianeta sembra bravissimo a continuare a farci giocare con le stesse risorse da milioni di anni senza mai farcele mancare, noi studiamo questo aspetto con l'ecologia.
Queste risorse disponibili in abbondanza possono essere trasformate a ciclo in innumerabili forme per un tempo altrettanto innumerabile, il processo di trasformazione richiede o rilascia energia ma ad ogni passaggio aumenta l'entropia del sistema, questo è il limite ultimo, non si scappa alla seconda leggi della termodinamica! Disponiamo tranquillamente di un flusso costante di 120,000Tw annui di energia solare e di una quantità ignota di energia geotermica, la civiltà attuale consuma 15Tw in un anno, se contiamo gli sprechi e le attività inutilmente energivore direi che abbiamo abbondante spazio di manovra per continuare a ristrutturare la materia disponibile per lunghissimo tempo.

Ora un giro di caleidoscopio.
Nella "crescita economica", in base alla definizione, possiamo averne una continua o no, ristrutturando la materia possiamo avere un flusso continuo di nuove configurazioni ma definiamo questo "crescita economica"?
Se consideriamo la crescita confrontando il numero di nuove configurazioni di quest'anno rispetto al precedente non è possibile, richiederebbe un aumento permanente ed esponenziale della velocità di trasformazione della materia!
Se consideriamo la disponibilità individuale possiamo avere un flusso costante di nuove configurazioni di materia ogni anno senza problemi!

Ma esiste una "crescita non economica"? Nel mondo umano la crescita non economica può tranquillamente esistere, sapere e spiritualità sono state a lungo le direttrici della crescita, benessere e felicità sono oggi al centro di un industria fiorente, esistono molte direttrici per valutare la crescita ed una buona scelta potrebbe cambiare molto le prospettive della possibilità e di miglioramento in modo  INNUMERABILE.

A noi scegliere e definire. Materialmente la possibilità di viaggiare “verso ilbasso” è possibile, le necessità biologiche di un essere umano non sono molte: cibo ed un rifugio temperato. In queste condizioni un essere umano non assistito da moderne tecniche mediche e non sottoposto ad eccessive aggressioni esterne (fisiche, stress o inquinamento) può tranquillamente arrivare a 70 anni.

sabato 18 gennaio 2020

Ecologia e popolazione, oltre la propaganda

Sentiamo da anni lamentele ed allarmismi sulla sovrappopolazione, "siamo troppi e cresciamo troppo" sembra il mantra ufficiale.
Chi lo ripete lo fà convinto, purtroppo per lui Malthus e l'idea di crescita esponenziale dalla popolazione sono idee del passato, previsioni accettabili alla sua morte nel 1834, ma meno nel nostrotempo, la diminuzione delle nascite è una realtà mondiale da molti anni che stà lentamente ma inesorabilmente riequilibrando il pianeta. Con l'industrializzazione e la diffusione di un benessere di base le nazioni iniziano rapidamente una diminuzione del tasso di fertilità, l'urbanizzazione concomitante attiva inoltre meccanismi di disincentivo alla procreazione nonostante l'ampia disponibilità di risorse.
In un recente articolo C. Hamilton lega questi fatti al rallentamento economico, pur non concordando con la sua tesi ne utilizzerò i dati, l'autore usa un parametro caratteristico però, calcola la quantità di donne fertili presenti sul pianeta ed il tasso di fertilità. La definizione che ne dà è stringente, una donna fertile è tra i 20 ed i 40 anni,  ma rappresenta bene la definizione biologica dell'"età ideale" nella quale gravidanza, parto e allevamento della prole hanno la massima efficacia.

Il mondo (africa esclusa): nascite annuali in nero, donne 20-40 in rosso, donne 40+ in giallo. La scala è in miliardi.

Osservando questo grafico notiamo una stabilizzazione della popolazione femminile fertile ed un dolce diminuire delle nascite previste, potremmo quindi confermare l'idea di una stabilizzazione della popolazione mondiale in atto. Più interessnte è il secondo grafico proposto però.

Il mondo (Africa esclusa): nascite annuali in miliardi in nero. In rosso la variazione di donne 20-40 ed in blu quella delle donne 40+ espresse in milioni. In giallo la variazione del tasso di fertilità in percentuale.

Sovrapponendo il tasso di fertilità si nota immediatamente il diminuire tendenziale di tutti i fattori di fertilità! Il mondo del 2000 è decisamente cambiato, almeno guardando 4 continenti.

Ma l'Africa come và? Il continente nero è l'incubo delle analisi demografiche, il continente è piagato da guerre, malattie, ampie migrazioni intracontinente ed extracontinente. Senza una base dati solida il dato miglore è la variazione del numero di nascite annuale.

Variazione anno su anno delle nascite, in blu l'Africa ed in nero il resto del mondo.

Come vediamo la linea è piatta a compensare, per ora, la diminuzione mondiale, in realtà bisogna però aspettare di vedere se le previsioni si possano mantenere così rosee, l'incognita maggiore infatti sono le epidemie che colpiscono il continente. I dati sull'AIDS sono infatti allarmanti, soprattutto la peculiare preferenza del virus HIV per le giovani donne, ovviamente mai dimenticare che le zone meno colpite da questa infezione potrebbero però aver a che fare con problemi maggiori..... l'Ebola è africano ed ovviamente ogni tanto fà capolino. Il saldo tra nascite e popolazione risulta perciò incerto mentre inizia anche in Africa a prendere piede il calo della fertilità.

Passando da questi dati all'ecologia il nostro caleidoscopio di fiducia ci trasporta in un mondo leggermente più roseo.

La diminuzione naturale di popolazione nel mondo si confà all'idea di una crescita "logistica" della popolazione e non "esponenziale", stiamo avviandoci al punto di stabilità, nel contempo la necessità di lavoro per mantenere la popolazione è in costante diminuzione: automazione, digitalizzazione, AI e riciclaggio abbattono il numero di lavoratori necessari a mantenere gli individui presenti. Gli allarmismi sono quindi quantomeno prematuri, il pianeta sarà grande abbastanza per tutti senza problemi. La chiave di questi cambiamenti non è nota ma potrebbe essere legata alla disponibilità di una adeguata prospettiva di vita.

La domanda ecologica fondamentale è "possiamo permettercerlo"?

La risposta è sì, ma è molto condizionata dalla nostra capacità di gestire ciò che abbiamo. Attualmente i vincoli dello sviluppo delle società avanzate non sono più posti dalla capacità di produrre beni e servizi, i processi industriali possono arrivare ad avere fabbriche senza operai anche in produzioni complesse e la finestra di opportunità si amplia giornalmente, i limiti sono posti prevalentemente dalla capacità di fornire agli individui un salario ed un occupazione dignitosi. Il superamento del paradigma del consumo e del profitto come motore dell'agire consentirebbe di approfittare delle attuali forze per sviluppare un ciclo virtuoso finalizzato a ottimizzare il consumo di risorse fino ad ottenere un "ciclo ecologico" industriale. La Cina, per motivi strategici, sta seguendo una strada che dovrebbe portarla ad un indipendenza energetica concentrata su rinnovabili e nucleare diventando il banco di prova di una transizione "quasi green" non motivata da ideologia ma da pragmatismo.
Al nucleare esistono ovviamente alternative e vi è ampio spazio per la riduzione dei consumi ed un miglioramento dell'efficienza energetica sia nell'utilizzo finale che in molti processi intermedi, anche la sola localizzazione (in opposizione alla globalizzazione) di tutti i prodotti ed i processi avrebbe un impatto pesante sui consumi energetici. La strada dell'economia di prossimità lascerebbe comunque spazio a interscambi internazionali, anche la moltiplicazione inutile di impianti e processi è uno spreco, la tendenza alla localizzazione però favorirebbe anche una forma di biodiversità industriale : prodotti analoghi ma prodotti con metodi e tecniche atte ad utilizzare le risorse più disponibili. Attualmente l'agroalimentare ha interessanti trasformazioni in questo senso, probabilmente in futuro la tendenza potrà espandersi anche ad altri settori, la globalizzazione sta infatti recedendo lentamente a quanto pare.

Prosegue........

venerdì 17 gennaio 2020

Biomassa dalle alghe, techiche e prospettive

Volendo puntare sulle alghe dobbiamo scegliere quale è il nostro obbiettivo primario, come i bravi contadini in base a cosa e come coltiveremo  otterremo quantitativi e ricavi differenti.
Per adesso la scelta si rivolge prevalentemente verso i prodotti di maggior valore sul mercato, alghe "famose" che forniscono ampi margini di guadagno, un esempio su tutti la Spirulina. Queste produzioni richiedono prodotti di elevata purezza per confarsi alle esigenze alimentari o per essere buona materia prima per l'estrazione delle sostanze pregiate in esse contenute, le migliori garanzie per ottenere un prodotto di questo tipo sono i fotobioreattori a tubo.

Campo di forobioreattori a tubo.


Ovviamente isolando la coltura dall'ambiente la qualità del prodotto è di più facile garanzia ma al contempo pone alcuni problemi, la CO2 deve essere aggiunta a parte durante il ciclo e la complessità dell'impianto è elevata aumentandone i costi di gestione e riparazione.

Più gettonate sono le piscinette a flusso, in stile circuito da corsa, coperte o in serra sono di semplice produzione e manutenzione e possono crescere facilmente a coprire grandi superfici.

Un campo di "piste da corsa" con uno scorcio di alcune vuote.

Un singolo mulino mantiene in moto una singola pista, essendo posto al di sopra del circuito semplifica notevolmente le eventuali manutenzioni, ed i circuiti stessi sono spesso in cemento appoggiato direttamente sul terreno e poco profondi. Ovviamente l'esposizione all'atia delle colture elimina il problema dell'aggiunta di CO2 ma espone il prodotto a contaminazioni ed eventualmente al formarsi di un intera catena alimentare che vede nel coltivato una fantastica base, rischi riducibili se le strutture vengono inserite in serra.


La pratica della coltivazione in serra trova vantaggi non solo in climi dove la temperatura non è nel range delle nostre amiche, un caldo 25°-35°, ma potrebbe essere interessante anche nei deserti: la serra scoraggia gli animali e condensa l'umidità permettendo di recuperare acqua potabile. I costi di un sistema simile sono decisamente abbordabili, esistono realtà fai da te, con l'incognita del costo e della manutenzione dell'iserramento.

Per la produzione di biomassa una soluzione interessante sono i filtri ad alghe, espediente utilizzato per la depurazione delle acque e evento naturale in qualsiasi ambiente con acqua e luce..... si lasciano crescere su una superficie adeguata quelle che si trovano meglio e progressivamente le si raccoglie. Esistono versioni industriali di questo processo utili a garantire la qualità delle acque di corsi naturali en in linea di principio funzionano anche con acqua marina.

Semplice e geniale, basta accontentarsi.
In questo caso il prodotto è simile a quello raccolto in mare da secoli, può infatti essere privilegiata una specie rispetto ad altre ma con ampi margini di infestazione. Essendo fondamentalmente dei depuratori viventi ilprodotto potrebbe non risultare adeguato a nessun uso alimentare, ne umano ne animale, in base al tipo di acqua che ricevono, di contro il servizio di filtratura potrebbe essere considerato l'obbiettivo principale e la biomassa un sottoprodotto utile! A questo scopo sono infatti già in uso negli acquari.
Le produzioni di minor valore possono tranquillamente essere considerate cibo per un metanificatore, una buona fonte di metano per scaldare e nutrire le colture di maggior pregio, lo scarto di metanificazione è egli stesso un fertilizzante concentrato.

Ora un giro di caleidoscopio ed alcune domandine scomode.

Con le colture attuali ci si guadagna?
La risposta è decisamente sì, i margini non sono altissimi ma le colture commestibili hanno svariati usi, dall'integratore alimentare alla fonte di molecole di pregio senza disdegnare la zootecnica
 (con effetti talvolta sorprendenti). Con disponibilità adeguate probabilmente si aprirebbero nuovi mercati ma rimane un incognita.

Saranno il carburante del futuro?
Risposta impossibile al momento, allo stato attuale non è possibile se utilizziamo le stesse risorse delle colture tradizionali. La combinazione con le funzioni di filtraggio, il riutilizzo di CO2 e calore di altre fonti, l'utilizzo di terreni non coltivabili e acque salate o contaminate può però cambiare i calcoli, in aggiunta se la via zootecnica fosse praticabile esistono possibilità di riduzione nel consumo di suolo ed energia oltre che di produzione.

Vale la pena considerarle visto quanto detto?
Sì, in Italia temo rimarranno di nicchia ma bisogna pensare globalmente, qualcosa che cresce nel deserto usando acqua salata è una possibilità interessante per molti luoghi e nulla vieta di usare i vasti oceani come campi. Il 70% circa della superficie del globo è acqua salata, quindi di spazio per gli agricoltori ne abbiamo! In più la Spirulina è ottima e nutriente.

Una visione un po agrodolce, rimango comunque convinto del prodotto.




giovedì 16 gennaio 2020

La guerra che immaginiamo è diventata impossibile

Gli eventi geopolitici e le paure insite nella vita umana evocano in noi la paura della guerra, supponiamo possano avvenire conflitti simili a quelli del passato ed abbiamo ancora in noi, alcuni per esperienza diretta, le immagini della Seconda Guerra Mondiale. Gli americani magari hanno immagini anche delle seguenti, Corea, Vietnam, Panama, Iraq e Afganistan, loro sicuramente hanno mutato la prospettiva della guerra abituandosi all'idea della guerriglia come forma del conflitto moderno, purtroppo questa percezione deriva da una precisa scelta di avversari!
Una guerra avviene tra avversari con forze e basi produttive paragonabili, la Germania Nazista era una potenza manifatturiera di prim'ordine in grado di produrre mezzi, cibo, munizioni e propaganda al pari di Inghilterra e Unione Sovietica, fù infatti il peso manifatturiero degli USA a sbilanciare i conteggi insieme agli effetti del poderoso sforzo di industrializzazione sovietico. USA e URSS evitarono in ogni modo lo scontro bellico alla luce dei progressi delle loro capacità e si concentrarono su schermaglie di propaganda e guerre per procura lontano dagli interessi vitali reciproci.

Il 14/09/2019 il mondo è cambiato, in Arabia Saudita i ribelli dello Yemen hanno inflitto un colpo devastante ad una struttura chiave dell'industria petrolifera di ARMCO infliggendo danni per miliardi di dollari, situata in pieno deserto a centinaia di Km da ogni confine o zona di lancio nota. L'arma utilizzata sarebbe un mix di droni e missili da crociera di produzione locale, cosa possibile ma improbabile, con capacità esplosiva relativamente limitata ma dimostratisi in grado di sorpassare le difese aeree in una condizione di massimo vantaggio per i difensori: terreno relativamente pianeggiante e privo di strutture o alberi, poco traffico a terra e praticamente nessuno in cielo.

I resti dei droni-missili ritrovati.

Consiglio di prendere il proprio cellulare dalla tasca e guardarlo, chiedetegli diportarvi in un  indirizzo qualsiasi e lui, ubbidiente, vi ci condurrà, in questa semplice missione scoprirete che il lavoro di un missile da crociera lo ha fatto lui per voi.
Questo ovviamente non vuol dire che un cellulare possa essere il sistema di volo di un missile, la precisione del GPS/GNNS è limitata, e il volo richiede molti altri sensori che il cellulare non ha, comunque fornisce una buona idea sulla fascia di prezzo della componentistica necessaria per il cervello del missile (500-1000$) se non si pretende una precisione centimetrica. Possiamo quindi immaginare che un governo, sfruttando proprio componenti simili, possa con uno sforzo assemblare un missile da crociera per una spesa di 5000$ a pezzo su scala industriale, con una capacità di volo di 1000Km ed un carico di un 100Kg, in grado di creare non pochi grattacapi ai vicini.
I droni di cui stiamo parlando nel caso degli Houthi in Yemen sono poco più che degli aeroplani radiocomandati come dimensione e tecnica costruttiva, ma sono prodotti nella nazione più povera del mondo, tormentata dal colera e sotto embargo e guerra.
Le possenti aarmi Houthi.

Ora un giro di caleidoscopio e vediamo cosa questa lezione ci insegna sulla guerra.

Si và in guerra per guadagnare qualcosa!

Bisogna sempre ricordare questa legge base per capire il primo problema della guerra moderna, qualsiasi operazione militare deve corrispondere ad un vantaggio diretto o indiretto per chi la intraprende al netto delle risorse spese. La Seconda Guerra Mondiale aveva in gioco la spartizione delle risorse tecnologiche e naturali con coinvolgimenti planetari, la Guerra Fredda pure, Corea e Vietnam mettevano in gioco il dominio sull'Asia, Panama aveva il canale tra Pacifico ed Atlantico ed il Medio Oriente Allargato rappresenta la produzione e distribuzione dell'energia. La guerra in Vietnam è finita quando i costi sono diventati troppo alti per proseguire ed andavano indirizzati altrove, lezione riciclata contro l'URSS in Afganistan, le altre hanno avuto un saldo decisamente positivo!
La questione dei costi è molto più nebulosa, bisogna ragionare con la testa e lo stomaco di chi sà per certo che il fronte non lo vedrà mai.

Le guerre si decidono al caldo e lontani dal fronte!

Salvo per propaganda nessuno di coloro che ha la possibilità di decidere si avvicinerà mai ad un conflitto in atto se esiste anche solo una remota possibilità di rischiare qualcosa. Questo non avviene solo per ragioni banalmente di autoconservazione ma riguarda anche il problema della catena di comando, perdere coloro che hanno un idea precisa di come dovrebbe svolgersi la guerra può generare un caos inimmaginabile.
Detto questo si capisce perchè la Guerra Fredda non avesse altra soluzione che la pace, con l'avvento dei Missili Balistici Intercontinentali e delle testate atomiche si mette a rischio l'intero approccio ad un conflitto a causa della Mutua Distruzione Assicurata, poichè il fronte sarebbe stato ampio quanto l'intero pianeta.

Combinando i due elementi si comprende subito che i calcoli sono pesantemente mutati dal rischio di pagare non solo con le forze in campo ma anche con ciò che si ha sul proprio territorio ed i propri interessi in altri luoghi, la presenza di un avversario in grado di infliggerti danni letali a tutto campo costringe a considerare come possibili perdite in uno scontro tutte le proprie risorse! Un club  esclusivo di contendenti (Club Nucleare) a cui appartengono tutti e 5 i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, ognuno di essi possiede infatti i mezzi per una ritorsione in grado di mettere in ginocchio ogni probabile avversario in caso di guerra lasciando spazio per un danno irreparabile al resto del pianeta.
Gli esclusi si sono attrezzati per recuperare i pesi massimi in vari modi, in primis con il nucleare, ma progressivamente si è aperta una nuova strada, la precisione.La possibilità di colpire con precisione a grande distanza cambia ancora gli scenari di guerra, enormemente e drasticamente!

I dilettanti studiano la tattica, i professionisti studiano la logistica.
Omar N. Bradley

Il punto debole degli eserciti è la logistica, per ogni combattente sul campo ne servono molti di più nelle retrovie a garantire il flusso di materiali necessari, l'alloggio, i ricambi e così via, in una catena di trasporti, depositi, scorte e produzioni. Questo enorme parco di attività è vulnerabile proprio al tipo di rischio posto da droni e missili da crociera! Se ci fossero dubbi sull'efficacia di questo approccio basta usare il Vietnam come esempio, il principale sforzo USA nella guerra fù la distruzione del Sentiero di Ho Chi Min, mai ottenuta, per impedire i rifornimenti ai Vietcong.
Russi ed iraniani hanno dimostrato indubbie capacità di precisione negli ultimi tempi, aspettiamo i cinesi per vedere la loro capacità sul campo ma di dubbi ve ne sono pochi, la NATO ne è la patria ed ogni media potenza asiatica sicuramente non è lontana dai precedenti.
Quindi per scatenare una guerra in queste condizioni bisogna mettere sul piatto la possibilità di pesanti perdite non al fronte ma nelle retrovie, perdite concentrate ovvviamente sui bersagli di maggior valore, ancora nelle loro basi........

Caccia di ultima generazione: F35 - 100 milioni, F16 - 19 milioni, Eurofighter - 70 milioni
Aerei cargo: C-17 III - 220 milioni, A400M 130 milioni, C-5 170 milioni, C - 130 40 milioni
Radar: prezzo sconosciuto, nell'ordine dei miliardi per un sistema completo
Sistemi di comunicazione:  prezzo sconosciuto, nell'ordine dei miliardi per un sistema completo
Depositi: in base al contenuto

Se pensiamo al valore dei bersagli si capisce subito che la matematica è sfavorevole all'idea di affrontare realmente chiunque abbia a disposizione una tecnologia di precisione, anche con un costo di 100.000$ a missile lanciarne 40 su una base mlitare darebbe un saldo positivo all'attaccante. Le difese esistono ma stiamo parlando di percentuali e di limiti imposti, Israele attualmente dispone delle migliori difese di questo tipo ma, nonostante la dichiarata invulnerabilità, ne ammette candidamente i limiti. Ovviamente il problema era già noto dall'epoca della guerra fredda, il trattato per il bando delle difese da missili balistici si basava proprio sulla percepita difficoltà di una difesa efficace davanti ad un attacco concepito per "saturare" le difese, la logica permane cambiando i mezzi con cui questo nuovo tipo di attacco con sciami di piccoli vettori.
I danni dei missili iraniani, 0 morti, colpiti hangar e magazini.


Siccome non vedo stati disposti a lanciarsi in perdite di percentuali seriamente importanti del loro PIL in avventure senza interessanti ritorni economici prevedo tanti show e molti ruggiti ma saranno i tavoli negoziali a guidare la politica e non le armi nel prossimo futuro. Poi esiste il "soft power" ma quello lo tratterò in un altro post.

mercoledì 15 gennaio 2020

Alghe e UE, un matrimonio in vista?

Investimenti Green per tutti nella nuova UE, economie circolari e CO2, ma di direzioni chiare non se ne vedono all'orizzonte quindi si naviga a vista con ciò che già si conosce. I grandi temi sono il riciclo ma soprattutto l'ENERGIA, la produzione di energia è sempre legata alla produzione di CO2 sia nei sistemi industriali che biologici cosa che pone notevoli problemi nel voler ridurre le emissioni. Una società che volesse rendersi neutrale per il pianete, salvo inevitabili inefficienze, deve cercare di portare la produzione e l'assorbimento di ogni scarto in pari, con i rifiuti riciclo e termo-valorizzazione possono spostare il problema sulla sola CO2 semplificando il trattamento del problema: plastiche e composti organici diventano CO2, i metalli sono recuperati così come buona parte di altri elementi utili dalle ceneri.
Rimane il problema di assorbire l'eccesso di anidride carbonica, per fissarla serve energia ed in natura solo gli organismi fotosintetici ne sono in grado, quindi la caccia è aperta ad un divoratore disponibile. Le piante in generale si danno un gran da fare in questo senso e l'agricoltura, se ben applicata, si può annoverare tra le possibili soluzioni, purtroppo la richiesta agricola si scontra con una primaria limitazione di acqua dolce facilmente disponibile, il nostro globo dispone di una quantità ridotta di acqua dolce ma di una quantità enorme di acqua salata.
Effettivamente ci sarebbero anche nel mare delle piante chiamate alghe, perfettamente adatte all'ambiente salino e capaci di crescite esplosive nelle giuste condizioni.

Sushi?


Cosa mangia un alga? Sono di gusti semplici, si accontentano di CO2 luce azoto ed un po' di fosforo, un ambiente tiepido poi sono felici, in alcuni casi sono in grado di recuperarsi da sole anche l'azoto direttamente dall'aria. Non contente di aiutarci in questo modo nell'arduo compito che ci siamo imposti sono bravissime a formare carbonati di calcio (i coralli sono un esempio fantastico) fissando ulteriormente una buona parte del problema, volendo le Diatomee in questo modo aiuterebberonon poco in altri campi.

Quindi bisogna trovare un buon modo di nutrire queste nostre amiche per metterle al lavoro felici impegnandosi un po sono giunto alla conclusione che di ambienti tiepidi e ricchi di CO2 ne abbiamo sottomano molti: le CENTRALI ELETTRICHE ed i TERMOVALORIZZATORI! Ovviamente l'idea non èsolo mia, così come la soluzione agli altri nutrienti, il rimanente dei problemi di nutrizione si ritrova infatti già pronto fornito dalle fogne, gli scarti umani ed animali sono considerati concimi da sempre e le città ne producono tantissimo. I depuratori concentrano normalmente gli elementi migliori per rilasciare acqua pulita quindi i loro scarti sono adeguati per la nutrizione delle alghe se trattati!

Un buon impegno e abbiamo ottenuto tante tonnellate di roba verde, adesso cosa ne facciamo?
Di opzioni ne abbiamo molte, diverse quanto le specie che riusciamo ad ottenere, le alghe sono infatti un alimento usato da sempre ma possono essere usate per ogni scopo, la produzione di combustibili è provata anche se economicamente non ancora economica, la bioraffinazione ha gli stessi problemi e le stesse potenzialità, meno esplorati ma interessanti gli usi zootecnici e come fertilizzante agricolo. Economicamente infatti è soprattutto la parcellizzazione e l'incoerenza dei sistemi a dominare la scena, non si sono ancora formate filiere adeguate a sfruttare l'opportunità, tecnologicamente a valle della produzione esistono ancora delle barriere legate soprattutto alla catena di produzione di combustibili ma il lavorio è intenso.

L'Italia con tutto il suo mare e le sue coste potrebbe essere un paese interessante per queste amiche!

lunedì 13 gennaio 2020

Fukushima 2011 nove anni dopo

L'11 marzo 2011 uno tzunami colpì la centrale di fukushima Dai-ichi, causando danni irreparabili a 3 reattori nucleari all'ora in funzione.
Da all'ora ad oggi non sembrano circolare notizie su cosa stia avvenendo in quella zona, è calato un silenzio assordante circa la situzione dei reattori o del materiale in essi contenuto, il silenzio spesso lascia presagire il peggio e così è. Sappiamo per certo che i noccioli si sono fusi e che il calore delle reazioni interne al corium richiede una continua immissione di acqua di raffreddamento, questa viene ufficialmente poi immagazinata fuori dalla centrale in cisterne per aspettare che i contaminanti radioattivi esauriscano la loro vita rendendola reimmettibile in mare.

I serbatoi di stoccaggio.

Nulla vale che i terremoti in giappone siano frequenti e dubito che un sistema simile sia preparato a reggerne uno di dimensioni decenti, il problema è la quantità.
Dover continuare a pompare acqua per 9 anni in ogni momento genera un fiume che deve essere continuamente immagazzinato, l'acqua così prodotta non è effettivamente particolarmente contaminata ma lo è abbastanza da non poter essere riversata in mare, se potesse essere concentrato il contenuto pericoloso la questione sarebbe marginale, si parlerebbe di un paio di mattoni al giorno probabilmente. Già da un pò di tempo si sta parlando di risolvere il problema semplicemente ignorandolo e scaricando tutto in mare e alcuni maligni pensano a cosa sia già avvenuta a più riprese....... almeno così la pensano negli USA con un simpatico omino che tiene il conto, tal Bob Nicholas.

Strappiamoci insieme i capelli e piangiamo lacrime amare, insieme abbracciati sotto il letto!
Poi, dopo una sana arrabbiatura verso il governo giapponese che sembra quasi il nostro, vediamo di girare il caleidoscopio e osservare la cosa da un'altra prospettiva.
La maggior parte del materiale nucleare è ormai fusa in una colata lavica chiamata corium, un mix di barre nucleari, cemento e metallo fusi insieme, all'interno il calore non deriva dalla reazione nucleare tipica di una centrale nucleare ma dalle reazioni dovute al fisiologico decadimento del combustibile e dei sottoprodotti di quando questo bruciava davvero.

 Il corium di Chernobyl qualche anno dopo.

 Sembra strano ma vedere una persona con una macchina fotografica di fianco all' "oggetto più mortale al mondo", stupisce! Non troppo se ci si pensa bene, il corium è spento e gli isotopi più attivi sono svaniti, rimane una massa di lava contenente una buona quantità di Uranio e Plutonio con ammenicoli vari che si và lentamente disfacendo, di sicuro non salutare ma neanche immeditamene letale. Respirare polvere di quella stanza non è consigliabile visto che tutti i materiali all'interno dei reattori non sono solo pericolosi per la radioattività ma anche tossici per biochimica, mantenerli confinati è sicuramente una buona strategia ben riuscita ai sovietici anche se a costo di creare molti "eroi involontari".
Quindi anche a Fukushima le circa 600 tonnellate infernali sono probabilmente nella stessa condizione e non ho molti problemi ad accetare che i contaminanti più pericolosi siano intrappolati ormai, il problema si ripresenterà quando il corium raffreddandosi si inizierà a sfaldare impolverando l'acqua ma questo è un problema di facile soluzione, filtri a osmosi ci sono da un pò in giro.

Il problema quidi cosa lo provoca? L'acqua contaminata è esposta a neutroni, questi si legano all'idrogeno e formano Deuterio e Trizio, il primo non è radioattivo mentre il secondo lo è, l'attività normale di una centrale che utilizzi acqua all'interno del reattore e hanno programmi per rilasciarlo periodicamente o lo utilizzano per vari scopi.Ovviamente non è una sostanza salutare ma si dimezza ogni 12,5 anni ed i una cinquantina si considera sparito, microplastiche e molti cancerogeni chimici hanno durate di qualche centinaio di anni! Anche il nostro Nicholas, attento alla contaminazione in suolo USA, conferma che dopo il primo salto con il rilascio del 2011 non vi sono ulteriori picchi di dosaggi così come non risultano ulteriori problemi che hanno portato a distruzioni di pescato o di colture di alghe o mitili (filtri naturali dell'acqua marina), quindi gli indizi indicano che stia proprio nel Trizio il nodo dei problemi. Un buon sospiro di solievo, i killer del nucleare sono Uranio, Plutonio, Stronzio, Cesio e Iodio, che hanno la pregevole abitudine di fissarsi nei corpi umani a fare danni.

Altro giro di caleidoscopio e ci poniamo alcune domande.

Quanti morti ha fatto Chernobyl?
Risposta secca 30 sicuri, 4000 possibili nell'arco di 80 anni inidentificabili sul milionedi morti naturali, ovviamente poi vi è tutta la parte delle stime più o meno allarmistiche che, in periodo di guerra fredda, sicuramente hannoavuto anche significati politici.

Quante Chernobyl vale Fukushima?
Dipende dal tempo, sicuramente la dose rilasciata è ormai di molte volte superiore e continua ad essere dispersa. Il pacifico è vasto e si diluirà in esso, la catena alimentare aiuterà a fissare i prodotti nelle creature marine che morendo le invieranno in una tomba d'accqua profonda, se non vengono pescati prima.

Si può fare qualcosa?
Quì parla la politica, Chernobyl ha attivato una gara di solidarietà internazionale che ha visto tutto il pianeta coinvolto mentre, per ora, i giapponesi sembrano voler fare da soli. Non essendo un esperto in materia posso solo confidare nella effettiva fattibilità di un intervento risolutivo, simile al terzo sarcofago, ma le risorse da mettere in campo sono notevoli, probabilmente fuori dalla portata di qualsiasi singolo governo!

Perchè hai scritto questo pezzo?
Perchè ritengo che, ogni tanto, rimettere un riflettore su una cosa così importante sia buono. Senza allarmismi osservare le cose aiuta a capire, anche che a volte chiedere unamano ad altri, che tu sia una persona, un azienda od uno stato, è difficile ma può aiutare. Capisco profondamente il governo giapponese, l'onta del disastro è terribile, e chiedere aiuto per loro sarebbe veramente dura, il Giappone è un paese che per moltissimi versi ammiro profondamente ma il loro senso dell'onore temo che a volte li ostacoli molto!

sabato 11 gennaio 2020

Un ecologia luminosa ci attende

Non sono un fan delle idee estreme sul cambiamento climatico, ritengo che il clima muti a priori da noi piccoli uomini per quanto ci si possa impegnare a fare disastri con dolo o incuria, rimango però ammirato delle possibilità aperte da un ambiente migliore per noi umani. Il corso della storia mi testimonia un continuo miglioramento nella capacità della razza umana nel giardinaggio di questa palla di roccia, se pensiamo solo alla capacità di nutrirci tramite sempre migliori tecniche agricole si rimane stupiti dalla capacità dimostrata, con i miglioramenti progressivi di produzione primaria di cibo si sono aperti gli spazi per sempre più raffinati aspetti della vita umana, le scienze e le arti, l'artigianato ha aperto la strada all'industria e tutto questo ci ha portati alla stupenda era digitale di cui siamo protagonisti oggi.

Oggi ci troviamo però ad affrontare una molteplice transizione in molti paradigmi, molte previsioni del passato sono state smentite e nuovi scenari si affacciano alla nostra vista.
Alcuni esempi di previsioni fallite:
  • Il collasso Malthusiano: la popolazione non è in esplosione esponenziale ed il cibo non scarseggia, siam addirittura costretti a limitarne la produzione o a distruggerlo per garantirne il prezzo
  • La guerra mondiale n°3: nonostante le tensioni internazionali la presenza degli arsenali atomici ed altre amenità la bellicosità si è ridotta notevolmente in proporzione con la distruttività delle armi fino ad arrivare oggi ad una Distruzione Reciproca Garantita estesa a quasi tutti i contendenti
  • La fine dell'energia fossile: a parte l'esaurimento di quella conosciuta continuano ed essere disponibili ingenti riserve di energia e si scoprono nuovi depositi in tutto il mondo, di contro il mix energetico si sposta sempre più verso il gas lasciando indietro il petrolio e rendendo marginale il carbone
  • La conquista dello spazio: non siamo progrediti fino a vivere su colonie extra mondo ne abbiamo raggiunto la colonizzazione permanente delle orbite terrestri, con mio sommo dispiacere!
Si potrebbe andare avanti a lungo a proposito dei catastrofismi falliti negli ultimi secoli, la cosa interessante è proprio l'incapacità dimostrata dalla mente umana nel vedere il futuro con i suoi molteplici cambi di paradigma. Personalmente aggiungo alla lista il surriscaldamento incontrollato del pianeta, mantenendo però un certo grado di allarmismo, relativo soprattutto all'incapacità di accettare una rettifica reale in caso la questione diventasse davvero rilevante. I meccanismi innescati però da questa possibilità mi hanno piacevolmente sorpreso, il progressivo aumento dell'attenzione per l'ambiente, la ricerca di cicli chiusi nell'industria, la ricerca di uno stile di vita intenso ma a basso impatto e mille altri, un risveglio dal mero egoismo antropico verso una coscienza molto più ampia e profonda.
Come detto all'inizio dal mio punto di vista la storia umana è una rincorsa all'efficacia nell'utilizzo delle risorse, con i suoi alti e bassi, che sembra portare da una caverna ad un piccolo paradiso creato dagli sforzi condivisi.
Per fare un esempio chiaro basta osservare la differenza storica tra i mulini per il grano:



Nella preistoria si usava il mortaio con il pestello. (tutt'ora in Africa)


Nel periodo della civiltà classica i mulini si evolvono in macine a trazione animale o umana.

Il il progresso vede la diffusione di vento e acqua come forze motrici.

L'era industriale vede macchine sempre più efficienti.

Oggi avviene che un parco di energie rinnovabili dia energia ad un mulino a chilometri di distanza ed al contempo alimenta i treni che ne muovono materie prime e prodotti, il tutto disperdendo ben poca dell'energia prodotta. Magari domani gli scarti dello stesso mulino pirolizzati o bioraffinati diventeranno un sostituto di un pozzo petrolifero! Come negare un evoluzione nell'efficienza introdotta dalla tecnica in questo basilare processo? Quante possibilità sono ancora aperte su questa strada?

In conclusione ringrazio quindi il "Club di Roma" e le varie associazioni ma simili mi posiziono un po di traverso comunque ove possibile sosterrò sempre le loro iniziative, difendendo al contempo quella che, a mio modesto parere, è un'eccessiva volontà di allarmismo. In alcuni casi una giusta preoccupazione sembra abilmente sfruttata da interessi meno nobili volti a cavalcare la paura, nelle iniziative concrete vedo la luce di un nuovo futuro ma nella propaganda di terrore vedo molta speculazione!

All'immaginazione degli audaci l'apertura dei nuovi paradigmi e a tutti il saper rendere equanimi i loro frutti!

Solemani non porterà la guerra


La morte di Quasem Solemani, comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniane, ha scatenato paure di guerra e tensioni in giro per il pianeta e per il medio oriente allargato, non voglio esprimere un giudizio sulla persona, non lo ho mai conosciuto, come non vorrei incollargli facili etichette come vuole la prassi di oggi che vede tutto in prospettive da stadio.


Wikipedia ha un ottimo riassunto sulla sua biografiaufficiale , fosse stato un americano lo avrebbero definito un "uomo che si è fatto da sé" mentre in Italia ricorda le figure di alcuni capi partigiani, come molti personaggi che si adattano a queste definizioni è sicuramente un misto inscindibile di luci abbaglianti e tenebre sanguinose. Un uomo che passa la sua vita nel mestiere delle armi si troverà a finirla con le mani sporche di sangue, direttamente od indirettamente, senza una vera possibilità di una redenzione o di una giustificazione agli occhi del mondo anche se bisogna guardare il caleidoscopio dei mondi per capire qualcosa di più.


Solemani scelse di lasciare la famiglia per ripagarne i debiti con il governo, trasferitosi in città lavorò e frequentò la moschea, lì incontrò un messaggio che lo colpì tanto da spingerlo a combattere per esso. Non potendo sapere quali parole lo investirono possiamo però immaginare che scatenarono nel giovane operaio una tormenta di emozioni in grado di alterare per sempre il corso della sua vita, portandolo a rischiarla in molte occasioni per ciò in cui credeva.

Di lui non si saprà mai molto se non la sua abilità sia come comandante che come diplomatico, doti che lo hanno reso un bersaglio ed un simbolo. Chi si trovava dall'altro lato delle sue convinzioni lo doveva forzatamente considerare un avversario insidioso e imprevedibile, al di là di questo muro la necessità di terminare questa minaccia è diventata sempre più pressante con il tempo e giustifica pienamente la scelta estrema della sua eliminazione a tutti i costi. Per noi italiani le sue capacità hanno significato rischi incalcolabili per i nostri uomini dispiegati all'estero, per i contingenti occidentali ed i loro alleati è stato un assassino spietato ed efficacissimo che ha portato a morte prematura migliaia di persone sia tra i civili che tra i combattenti, per il suo governo è stato una pedina di guerra e propaganda di indubbio valore.


Girando il caleidoscopio vediamo che tutte le azioni terribili per noi sono gli atti di un eroe per coloro che ne condividevano gli obbiettivi, moltissimi sciiti possono vedere in lui l'esempio di un partigiano di successo, dallo stesso lato però sicuramente si è reso una presenza ingombrante per molti all'interno del suo stesso governo. Molti eroi sono più un peso che una risorsa passata la battaglia e la volontà di commercio è sempre legata alla pace e la Persia è sempre stata parte della via della seta, terra di mercanti. Quindi anche alle proprie spalle Solemani probabilmente aveva coltelli affilati pronti ad aiutarne la dipartita, non ovviamente alla luce del sole, e la possibilità di eliminare l'uomo per renderlo un icona muta da far "parlare" a comando sicuramente a qualcuno sarà passata per la mente!


La sua morte non provocherà sicuramente una guerra perché, a parte i proclami, nessuna nazione ne trarrebbe alcun beneficio reale, anche gli israeliani, che vedrebbero di buon occhio un Iran devastato, non hanno un interesse immediato ad uno scontro nell'immediato futuro. Rimane l'incognita delle possibili azioni individuali o di piccoli gruppi di esaltati in cerca di una "giusta vendetta" per quanto accaduto, senza un supporto logistico e di intelligence le loro possibilità sono però limitate ai fatti di cronaca ai quali ci stiamo tristemente abituando in occidente, lo stragismo è sempre un affare di stato!

La guerra moderna è probabilmente inconcepibile tra stati di media capacità ed un incubo per superpotenze reali, l'invasione dell'Iraq ha richiesto gli sforzi congiunti di metà del pianeta senza portare una reale vittoria definitiva, è stata combattuta nelle migliori condizioni possibili e durante una fase di economia in forte espansione.
Quindi non guardando i titoli dei giornali il caleidoscopio non mostra nessun vento di guerra.



Benvenuti nelle follie di chi guarda il mondo e ne vede tanti uno di fianco all'altro.
In questo periodo di grandi cambiamenti, anche personali, tra mille saltelli di vita ed umore ho deciso di coinvolgere chi vuole nelle mie visioni, nella speranza segreta che qualcuno trovi un piccolo tesoro o qualcosa di già visto che fino ad oggi ha tenuto per sè perchè troppo folle da condividere con altri.

Proporrò, tempo permettendo, una serie di argomenti vari ed assortiti, dalla mia visione ecologica al futuro bizzarro che ci attende, dalle guerre alle paci inevitabili...... Spero di poter essere per voi il "piatto cinese di Grosso Guaio a Chinatown" dove ognuno può prendere la pietanza più gradita lasciando a parte ciò che non lo aggrada.

Pronti..... Via!