venerdì 17 gennaio 2020

Biomassa dalle alghe, techiche e prospettive

Volendo puntare sulle alghe dobbiamo scegliere quale è il nostro obbiettivo primario, come i bravi contadini in base a cosa e come coltiveremo  otterremo quantitativi e ricavi differenti.
Per adesso la scelta si rivolge prevalentemente verso i prodotti di maggior valore sul mercato, alghe "famose" che forniscono ampi margini di guadagno, un esempio su tutti la Spirulina. Queste produzioni richiedono prodotti di elevata purezza per confarsi alle esigenze alimentari o per essere buona materia prima per l'estrazione delle sostanze pregiate in esse contenute, le migliori garanzie per ottenere un prodotto di questo tipo sono i fotobioreattori a tubo.

Campo di forobioreattori a tubo.


Ovviamente isolando la coltura dall'ambiente la qualità del prodotto è di più facile garanzia ma al contempo pone alcuni problemi, la CO2 deve essere aggiunta a parte durante il ciclo e la complessità dell'impianto è elevata aumentandone i costi di gestione e riparazione.

Più gettonate sono le piscinette a flusso, in stile circuito da corsa, coperte o in serra sono di semplice produzione e manutenzione e possono crescere facilmente a coprire grandi superfici.

Un campo di "piste da corsa" con uno scorcio di alcune vuote.

Un singolo mulino mantiene in moto una singola pista, essendo posto al di sopra del circuito semplifica notevolmente le eventuali manutenzioni, ed i circuiti stessi sono spesso in cemento appoggiato direttamente sul terreno e poco profondi. Ovviamente l'esposizione all'atia delle colture elimina il problema dell'aggiunta di CO2 ma espone il prodotto a contaminazioni ed eventualmente al formarsi di un intera catena alimentare che vede nel coltivato una fantastica base, rischi riducibili se le strutture vengono inserite in serra.


La pratica della coltivazione in serra trova vantaggi non solo in climi dove la temperatura non è nel range delle nostre amiche, un caldo 25°-35°, ma potrebbe essere interessante anche nei deserti: la serra scoraggia gli animali e condensa l'umidità permettendo di recuperare acqua potabile. I costi di un sistema simile sono decisamente abbordabili, esistono realtà fai da te, con l'incognita del costo e della manutenzione dell'iserramento.

Per la produzione di biomassa una soluzione interessante sono i filtri ad alghe, espediente utilizzato per la depurazione delle acque e evento naturale in qualsiasi ambiente con acqua e luce..... si lasciano crescere su una superficie adeguata quelle che si trovano meglio e progressivamente le si raccoglie. Esistono versioni industriali di questo processo utili a garantire la qualità delle acque di corsi naturali en in linea di principio funzionano anche con acqua marina.

Semplice e geniale, basta accontentarsi.
In questo caso il prodotto è simile a quello raccolto in mare da secoli, può infatti essere privilegiata una specie rispetto ad altre ma con ampi margini di infestazione. Essendo fondamentalmente dei depuratori viventi ilprodotto potrebbe non risultare adeguato a nessun uso alimentare, ne umano ne animale, in base al tipo di acqua che ricevono, di contro il servizio di filtratura potrebbe essere considerato l'obbiettivo principale e la biomassa un sottoprodotto utile! A questo scopo sono infatti già in uso negli acquari.
Le produzioni di minor valore possono tranquillamente essere considerate cibo per un metanificatore, una buona fonte di metano per scaldare e nutrire le colture di maggior pregio, lo scarto di metanificazione è egli stesso un fertilizzante concentrato.

Ora un giro di caleidoscopio ed alcune domandine scomode.

Con le colture attuali ci si guadagna?
La risposta è decisamente sì, i margini non sono altissimi ma le colture commestibili hanno svariati usi, dall'integratore alimentare alla fonte di molecole di pregio senza disdegnare la zootecnica
 (con effetti talvolta sorprendenti). Con disponibilità adeguate probabilmente si aprirebbero nuovi mercati ma rimane un incognita.

Saranno il carburante del futuro?
Risposta impossibile al momento, allo stato attuale non è possibile se utilizziamo le stesse risorse delle colture tradizionali. La combinazione con le funzioni di filtraggio, il riutilizzo di CO2 e calore di altre fonti, l'utilizzo di terreni non coltivabili e acque salate o contaminate può però cambiare i calcoli, in aggiunta se la via zootecnica fosse praticabile esistono possibilità di riduzione nel consumo di suolo ed energia oltre che di produzione.

Vale la pena considerarle visto quanto detto?
Sì, in Italia temo rimarranno di nicchia ma bisogna pensare globalmente, qualcosa che cresce nel deserto usando acqua salata è una possibilità interessante per molti luoghi e nulla vieta di usare i vasti oceani come campi. Il 70% circa della superficie del globo è acqua salata, quindi di spazio per gli agricoltori ne abbiamo! In più la Spirulina è ottima e nutriente.

Una visione un po agrodolce, rimango comunque convinto del prodotto.




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