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mercoledì 12 febbraio 2020

La Guerra Fredda 2.0, quello che vedo.

Quella che nei miei post chiamo “Guerra Fredda 2.0” è la conformazione geopolitica che si va formando in questi anni travagliati, la nuova spartizione del mondo che si sta attuando in risposta alle nuove e vecchie formazioni in campo: USA, UE, Cina e Russia.
La prima Guerra Fredda, la 1.0, fu il risultato inevitabile degli accordi di Jalta nel quale le due potenza dell'epoca USA e URSS si divisero i resti del conflitto mondiale e definirono le rispettive zone di influenza, in questa fase avvenne anche la definitiva marginalizzazione inglese. I blocchi contrapposti si basavano nei fatti sulla potenza militare e manifatturiera necessaria a imporre un controllo effettivo sui vasti territori loro assegnati, l'Inghilterra senza la superiorità tecnologica e visti gli evidenti limiti di estensione non poteva più competere contro i nuovi giganti, venne così istituito il sistema a 3 mondi: il primo mondo era ciò che oggi definiamo “occidente”, il secondo era il blocco sovietico ed il terzo il resto del mondo.
I protagonisti a Jalta, i due sulla destra.


L'INTERREGNO
Il crollo dell'URSS diede campo libero all'”unica superpotenza rimasta” per un espansione vertiginosa, soprattutto in campo economico, per colmare il vuoto di potere generatosi, lo sforzo aveva però un costo elevato e gli USA decisero di coprirlo attraverso un ipertrofia finanziaria. Fino al 2000 con l'esplosione della bolla delle “dot com” il meccanismo sembrava funzionare ma stava portando alcuni effetti collaterali: la liquidità creata non sempre finiva dove voluto, la deregolamentazione stava favorendo le delocalizzazioni e le aperture dei nuovi mercati stavano dando forza a nuovi avversari.
L'ascesa cinese ed il riaffermarsi russo sono dirette conseguenze di un abbondante disponibilità finanziaria alla ricerca di nuovi facili profitti, per la Cina il trasferimento della base manifatturiera USA volle dire sviluppare le capacità produttive e le competenze necessarie per mettere a frutto i suoi lavoratori mentre per la Russia l'accesso ai mercati del primo mondo affamati dirisorse e una necessità vitale per le élite ex URSS di riprendere il controllo prima di essere distrutte. L'attuale integrazione Cina-Russia è da vedere come una necessità reattiva alla potenza USA, ambo le parti sono legate dalla necessità di formare una massa critica in grado di resistere alla pressione ma hanno e mantengono strutture di comando e obbiettivi diversi.
Caso a parte è l'Unione Europea, con Jalta e la manifattura distrutta le vecchie potenze del continente furono definitivamente escluse dai giochi mondiali e divennero colonie, una parziale fortuna per loro fu di essere l'unico punto di contatto terrestre tra i due nuovi blocchi. Il sogno americano era di formare un blocco unito da contrapporre all'URSS, il sogno di molte élite europee era di formare un blocco economico sufficientemente forte per ritornare a giocare su scala mondiale e tutti e due condividevano la necessità di alzare il tenore di vita per scoraggiare una deriva verso il lato sovietico. Da questo i semi dell'Unione Europea.
La base fondante di tutto il gioco tra le superpotenze si basava sull'impossibilità di una vera opzione militare per affrontarsi, le forze in gioco dovevano quindi equilibrarsi abbastanza bene da non portare ad uno scontro militare quindi si svilupparono tutte le capacità per minare l'avversario tramite guerre non convenzionali: sedizione, economia, propaganda, benesseri comparati. Con il crollo del Muro le effettive necessità di mantenere la sfere di influenza cessarono e, nonostante la Russia fosse ancora militarmente inavvicinabile, i comandi USA decisero di rimuovere i possibili futuri avversari in regioni chiave, Jugoslavia e Iraq furono i primi goffi approcci alla questione.
Questa scelta scatenò però la paranoia di tutti coloro che si percepivano come un potenziale competitore, e non a torto, da qui il formarsi del blocco euroasiatico e dei BRICS, dall'altra parte l'integrazione UE assumeva una connotazione ambivalente: la funzione antisovietica era persa e con essa la necessità stessa della UE per gli USA mentre poteva configurarsi come un potenziale competitore in molti campi.
L'ascesa della Cina fu l'altro goffo approccio USA alla sua nuova condizione, sotto la Pax Americana videro la possibilità di sfruttare l'antica inimicizia sino-russa per acquisire il cuore dell'Asia. L'introduzione della Cina nel WTO come “economia emergente” con condizioni favorevoli spianò la strada alle delocalizzazioni della base manifatturiera USA nella speranza di trasformarla in un alleato e consentendo di invertire la redistribuzione di ricchezza avvenuta durante la Guerra Fredda, ovviamente la manovra funzionò ma con effetti indesiderati: una nuova potenza comparve sullo scenario internazionale, il legame fra le due potenze era a favore dei cinesi, avvenne un trasferimento rapidissimo di competenze e, come accennato, vi erano ragionevoli motivi per la Cina di temere i suoi successi.


GUERRA FREDDA 2.0
Oggi la Pax Americana è minacciata dalla tecnica e dall'economia, in un mondo multipolare e senza più una netta superiorità tecnologica e manifatturiera gli USA rischiano di fare la fine degli inglesi, la loro attuale condizione è però ancora reversibile,serve riportare a casa la manifattura e spingere la tecnica, ma necessita di una ricostruzione dello schema della prima Guerra Fredda: alzare una cortina di ferro di dazi per riportare in occidente la manifattura e rialzare i tenori di vita per ricostruire la base di consumatori necessari per mantenerla, ricreare una contrapposizione in chiave buoni/cattivi per la propaganda e ridefinire le sfere di influenza.
Ovviamente gli schieramenti sono chiari, NATO e Pattodi Shangai, ma rimane il nodo europeo, nonostante la sfera sia chiaramente occidentale le spinte indipendentiste della UE sono forti e potrebbero mettere in crisi i piani USA. Sotto la guida unificata (a trazione tedesca) le economie europee si sono indebolite ed il mercato interno contratto, macellato dalle regolamentazioni e delocalizzazioni, rendendo la UE vulnerabile a molte delle manovre di conquista economica, la caduta sarebbe però un grave colpo sia dal punto di vista militare che economico.


Vediamone alcune manovre di preparazione:

Guerra dei Dazi- gli USA impongono dazi per minare la convenienza alla delocalizzazione, nell'immediato tolgono flusso economico ai paesi colpiti, nel lungo scoraggiano a ulteriori delocalizzazioni per il rischio connesso ad una loro reintroduzione.

Esclusione dallo SWIFT- gli USA impongono l'esclusione delle banche di un paese dal sistema SWIFT isolandolo, senza possibilità di trasferire denaro al di fuori dei propri confini si paralizza l'economia ESTERNA di uno stato creando immediatamente una crisi economica

Aumento della spesa interna- gli USA stanno monetarizzando il loro debito per aumentare le spese interne, sia militari che sociali, entrambe in funzione di un aumento sia dell'occupazione che della riformazione della base di consumatori

Pressioni in settori strategici, telecomunicazioni- gli USA hanno iniziato una campagna di marginalizzazione delle grandi aziende cinesi dalle grandi infrastrutture di comunicazione e dai mercati più appetibili, soprattutto per motivi di intelligence.

Pressioni in settori strategici, energia- gli USA hanno iniziato la guerra della fornitura di gas e pompato al massimo le energie rinnovabili, queste ultime sono fondamentali sia nel senso del mantenimento infinito di una base industriale nonostante la scarsità di importazione che per costruire una rete elettrica resiliente
La mappa dei contendenti della Guerra Fredda 2.0


Quali le reazioni UE?
Il mercantilismo dell'unione la mette in grave svantaggio nel campo economico, nonostante i tentativi non ha la forza di aggirare i dettami USA, ma cede volentieri sugli altri punti in quanto condivisibili anche in una logica di UE come potenza mondiale. Le pressioni americane sono però profondamente indirizzate ad una frantumazione del blocco nei suoi stati costituenti, più semplici da manovrare, chiaramente visibili nella Brexit e nel supporto ai movimenti sovranisti.
I tentativi UE di resistenza possono fondarsi solo su una migliore integrazione ed un aumento dei tenori di vita per ricostruire i mercati interni, cosa indigesta ai tedeschi ma anche da loro vista come necessaria, molti dei problemi di questa strategia sono legati all'approvvigionamento energetico ed in quest'ottica potremmo vedere il “Green Deal”. Le ulteriori spinte integrazioniste sono però probabilmente troppo indigeste per essere applicabili nel breve, la carente integrazione politica negli anni rosa, spesso causata da appetiti nazionalistici, pone i peggiori vincoli, la direzione mercantilista stessa si sta rivelando un problema fondamentale per i passi successivi come la carenza di mezzi per equilibrare delocalizzazioni interne, presenza di sistemi fiscalicompletamente divergenti, sistemi di welfaredissimili ed altro: in un ottica mercantilista dovrebbe essere la corsa la ribasso ad uniformarli ma questo distrugge i salari e ilmercato interno accentuando le conflittualità in seno all'UE.
Sarà in grado l'Unione Europea di riformarsi? Non saprei ma le spinte alla dissoluzione sono più forti che mai! Di contro sembra che tutti i giocatori in campo vedano la necessità di un rafforzamento dei mercati interni, cosa attuabile solo con la ricostruzione delle classi medie e dei salari reali, cosa buona per i popoli, anche a Davos ormai hanno pruriti sulla globalizzazione.....

venerdì 7 febbraio 2020

Il Coronavirus della globalizzazione, un influenza nata per restare!

Che cosa sta succedendo? L'evento coronavirus ha aperto il vaso di Pandora nel mondo e scoperto alcuni evidenti problemi sviluppatisi negli ultimi 20 o 40 anni di globalizzazione: le super efficienti catene globali di fornitura, nate delocalizzando, hanno permesso di comprimere i salari e pompare momentaneamente i profitti con risparmi marginali ma hanno anche creato inevitabili fragilità sistemiche e compresso i margini di profitto.
Un esempio di interconnessione tra aziende 2020

La cosa sembra paradossale, un risparmio dovrebbecorrispondere ad un aumento dei margini di profitto, magari a costo di una minore resistenza della filiera, ma la cosa non è così o meglio non lo è più.
Un esempio mentale potrà aiutare, in assenza di dazi all'importazione potrebbe avvenire questo:
  1. le 3 aziende A, B, C, producono spazzolini ed hanno un profitto di 10 ognuna e tutte e 3 vendono in Italia
  2. A delocalizza in Armenia risparmiando 3, ora può ridurre il prezzo di 1 e aumentare il margine di 2
  3. per abbassare il prezzo e rimanere competitive B e C delocalizzano in Siberia, risparmiano 3 ma riducono il prezzo di 2 e aumentare il margine di 1
  4. A; B, C, hanno speso 10 per spostare gli impianti e simili
  5. A decide di abbassare il prezzo di 4 ed il margine di 1 per conservare il mercato
  6. B e C la seguono
  7. La corsa prosegue fino ad annullare i margini (e finora è capitalismo, il dentifricio continua a costare sempre meno)
  8. Ora le aziende sono bloccate in una rincorsa ai prezzi decrescenti ed i costi di rilocazione sono sempre meno coperti dai margini
Un secondo effetto di questa corsa è la diminuzione dei salari italiani, con 3 aziende non si vede ma con un 50% del totale il numero di salari cala profondamente iniziando una compressione salariale. Il dentifricio che prima era venduto a 13 ora probabilmente lo è a 5 ma i salari sono ridotti e mentre prima un consumatore disponeva di 14 per il dentifricio ora dispone di 4, inconseguenza il mercato del dentifricio è in crisi.
Un altro effetto collaterale è la diminuzione dell'imponibile per lo stato, meno lavoratori e meno imprese sul territorio sono meno tasse raccolte, quindi meno servizi e menoaddetti e la spirale prosegue.
Ecco un Cigno Nero.....


Ora arriva il coronavirus, siccome molte aziende hanno delocalizzato in Cina molte filiere si sono concentrate in un unica nazione, un evento imprevisto in quella nazione blocca laproduzione e le cose si iniziano a complicare........ Magari per un margine migliore le nostre filiere usano il “Justin time” come paradigma ed hanno solo minime scorte di magazzino......
Ogni filiera, come ogni catena, è tanto forte quanto il suo anello più debole ed ogni passaggio comprende un numero limitato di aziende fornitrici. La diminuzione del numero di aziende dedite alla produzione di una specifica tipologia di bene o servizio è fisiologica della progressiva riduzione dei margini, sono sopravvissute solo le più efficienti nel ridurre i costi ed hanno assorbito le altre per guadagnate in economia di scala.
Anni di globalizzazione hanno reso quindi poveri i dipendenti, poveri i produttori (salvo alcune eccezioni), limitate le alternative e poveri gli stati, ora lo shock colpisce pesantemente il sistema ed ingrippa i meccanismi in un momento di debolezza degli ammortizzatori, gli stati. 

Questo campanello d'allarme sveglierà il sistema si chiede il caleidoscopio?
Una sveglia molto sentita....
In realtà è da un po' che il sistema tenta di riformarsi, Trump ed il suo “America first” furono i primi campanelli, ed ora con la “scusa ufficiale” della Guerra Fredda2.0 si tenta di correre ai ripari, la stessa UE si sta muovendo come mai prima: cambiamento delle politiche di austerity, revisione delprecariato, tentativi di iniettare liquidità nell'economia, dazi, ogni dogma sembra vacillare. Non credo nel buon cuore quindi è questione di necessità catalizzata da un virus!

domenica 26 gennaio 2020

Popolazione e finanza, intrecci inaspettati

In precedenza abbiamo amabilmente parlato di come  la popolazione probabilmente non sia in aumento, con rinquoranti effetti sulle prospettive della sostenibilità della specie umana!
Il nostro articolista, fonte dei dati del precedente post, ci delizia con nuove informazioni invludendo un aspetto interessante, la finanza!
Diciamo che da qualche parte è successa una cosa interessante nella vita della specie, il proletariato propriamente detto si è estinto, lasciando un mondo non più medioevale (che magari non sarebbe neanche un male) ma semplicemente privo di necessità di forza lavoro ma desideroso di consumatori, una situazione paradossale con alcuni interessanti risvolti. Ford fu il primo a intuire la necessità di mantenere i salari in una fascia sufficiente a garantire la perpetuazione del business, cosa che incoraggia alcune scelte interessanti di Toyota e Mercedes, ma dimenticata negli anni del neoliberismo.

I proletari dovrebbero possedere solo i propri figli ma ormai i figli costano, quindi difficilmente la fascia più penalizzata economicamente può permetterseli quindi oggi abbiamo i "working poors" come classe più bassa della società. Il motivo più ovvio è la concorrenza spietata tra il lavoro umano e meccanico o robotico, poco relativo alla finanza in apparenza ma che scopriremo integrarsi nel quadro. Come agli inizi della rivoluzione industriale infatti è la disponibilità di risorse finanziarie, il capitale, a permettere l'investimento iniziale necessario alla costruzione e messa a punto di una fabbrica, ieri a catena di montaggio oggi robotica, in grado di surclassare in efficienza i precedenti mezzi di produzione.
Amici
o nemici?

L'analisi di Marx evidenzia però come il profitto della fabbrica possa venire solo dal circolo Denaro-Merce-Denaro, mentre il circuito della finanza è Denaro-Denaro (definita rendita da Marx), che può rompersi nel caso in cui non vi sia abbastanza denaro per comprare merci.Ovviamente esistono altre interpretazioni ma, progressivamente, sembrano avvicinarsi a questa idea di fondo, qui il caleidoscopio purtroppo vede poche deviazioni, con una spinta progressiva alla correzione rapida del problema prima che incida sulla catena economica e sociale.
Le ipotesi in campo sono diverse, in base ad i gusti di chi guarda ed al suo background culturale, fornendoci un caleidoscopio di proposte:
QE for people (provbabilmente attualmente applicato negli USA in forma nascosta)
mille altre sfaccettature........
Potremmo dire che finanza ed economisti vogliano invertire il campo di gioco per mantenere gli equilibri attuali, comunque ormai il dado è tratto e ne vedremo gli effetti.
Pure la corrente Movimento Rooevelt della Massoneria aderisce all'idea.
https://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/helicopter-261.htm


Potrà sorprendere ma il trend della popolazione in realtà non varierà di molto nonostante eventuali interventi, il salto nel numero di figli personalmente credo sia legato al passaggio tra agricoltura di sussistenza ed industria, unito al maggiore investimento nella cura ed educazione dei figli. In questo senso l'organismo "umanità" sta cercando evidentemente un equilibrio con il suo ambiente e le risorse disponibili, un nuovo capitolo simile e diverso da quello raggiunto in passato. Il caleidoscopio infatti ci mostra come l'umanità si stia affrancando da molte delle peggiori abitudini e stia tentando di entrare in una nuova era, nonostante le spinte allarmistiche, dove una coscienza diffusa ed una probabile necessità pratica (troppi robot no business) ci potrebbero dirottare verso un cammino di graduale riduzione della popolazione e di miglioramento della vita per giungere ad un equilibrio stabile.

giovedì 23 gennaio 2020

Boeing, aziende e futuro

La Boeing Company era una delle aziende leader a livello mondiale nella produzione di tecnologia ed apparecchi aeronautici ed aerospaziali, sia a scopo civile che industriale, nel 1997 assorbì la Mc Donnel Douglas, altra azienda simile, creando un azienda teoricamente imbattibile nel campo.
La compagnia attualmente produce 6 modelli civili:
  • 737 Next Generation
  • 747
  • 767
  • 777
  • 787 "Dreamliner"
  • Boeing Business Jet
Il lato militare è enormemente più sviluppato e comprende molti esempi di veicoli molto noti:
  • Boeing B-52 Stratofortress
  • Boeing AH-64 Apache
  • V-22 Osprey
  • Boeing F-15E Strike Eagle
  • Boeing F/A-18E/F Super Hornet
  • Lockheed Martin F-22 Raptor
Non mancano missili e componentistica, aerei derivati a vari scopi e simili.

Il gigantesco conglomerato sembrerebbe inabbattibile, dispone di contratti miliardari e di clienti in tutto il mondo, negli anni il marchio di fabbrica è stata la grande affidabilità dei prodotti e la grande capacità correggere rapidamente ed efficacemente eventuali difetti.
Questo però è il passato, dall' 11 Marzo 2019 il modello di punta civile, il Boeing 737 MAX, è interdetto al volo sui cieli del mondo e da Gennaio 2020 laproduzione è ferma, dei 5000 velivoli prodotti o da produrre nessuno solcherà i cieli probabilmente per un lungo periodo.
Anche alcune commesse militari sembrano affette da problemi di affidabilità, senza dimenticare le più recenti follie nello spazio!

Come sia possibile che un azienda in grado di produrre un veicolo negli anni 50 e tutt'ora usato sia arrivata a questo punto sembra inesplicabile ma alcuni elementi aiutano ad individuare il problema!
In molti casi la strategia aziendale degli ultimi decenni sembra incentrata sulla massimizzazione del valore azionario della compagnia, spesso a scapito di tutto, ridimensionando a tutti gli effetti il profitto manifatturiero a scapito di quello finanziario. In molti aspetti la riduzione selvaggia dei costi e l'utilizzo di espedienti al limite del legale per rendere competitivi i propri prodotti sembra essere un movente ed un mezzo per la riduzione della qualità del prodotto, confidando sull'aura di affidabilità costruita il secolo scorso.
La qualità sacrificata sull'altare del profitto, cosa non nuova, nel campo di un azienda simile è ovviamente suicida, cosa nota all'interno, ma attualmente nessuno di coloro che hanno fatto queste scelte sembra averne subito alcun danno. Sembra sia riuscita una "privatizzazione del profitto estatalizzazione delle perdite", in effetti l'azienda è talmente fondamentale per la difesa USA che è matematicamente impossibile lasciarla fallire ed i contribuenti americani provvederanno alla cosa!

Il caleidoscopio gira e guardiamo all'interno di questo evento.
Le vite delle vittime sono state ampiamente dimenticate, nessuno al di fuori dell'Africa ha interesse a pubblicizzare la cosa ma molti hanno interesse a lasciarla dimenticare, anche in Africa.
Emergono continuamente nuovi elementi che dimostrano come da un lato problemi e difetti fossero noti nell'azienda, dall'altro fosse pratica comune una commistione di interessi impliciti con l'agenzia di controllo, la FAA.
Finite le soluzioni a basso costo o "di fortuna" non sembra interesse dell'azienda una seria revisione del progetto in toto con interventi strutturali, anche per implicazioni burocratiche, su un progetto iniziato negli anni 60 con un unico aggiornamento negli anni 80. La revisione effettivamente costringerebbe i piloti certificati per la famiglia 737 ad una nuova certificazione specifica per il 737MAX, cosa che l'azienda voleva evitare.
Non si vedono all'orizzonte processi o multe, la vita aziendale procede anche se con qualche ripercussione leggera all'interno e qualcosa di più tra i fornitori.
Un ultima nota, Boeing Company è un azienda ufficialmente dadita alla filosofia green, come dimostrano alcuni suoi progetti, siamo dunque sicuri della realtà che si cela dietro a molte proposte ecologiche dei giganti?