venerdì 7 febbraio 2020

Il Coronavirus della globalizzazione, un influenza nata per restare!

Che cosa sta succedendo? L'evento coronavirus ha aperto il vaso di Pandora nel mondo e scoperto alcuni evidenti problemi sviluppatisi negli ultimi 20 o 40 anni di globalizzazione: le super efficienti catene globali di fornitura, nate delocalizzando, hanno permesso di comprimere i salari e pompare momentaneamente i profitti con risparmi marginali ma hanno anche creato inevitabili fragilità sistemiche e compresso i margini di profitto.
Un esempio di interconnessione tra aziende 2020

La cosa sembra paradossale, un risparmio dovrebbecorrispondere ad un aumento dei margini di profitto, magari a costo di una minore resistenza della filiera, ma la cosa non è così o meglio non lo è più.
Un esempio mentale potrà aiutare, in assenza di dazi all'importazione potrebbe avvenire questo:
  1. le 3 aziende A, B, C, producono spazzolini ed hanno un profitto di 10 ognuna e tutte e 3 vendono in Italia
  2. A delocalizza in Armenia risparmiando 3, ora può ridurre il prezzo di 1 e aumentare il margine di 2
  3. per abbassare il prezzo e rimanere competitive B e C delocalizzano in Siberia, risparmiano 3 ma riducono il prezzo di 2 e aumentare il margine di 1
  4. A; B, C, hanno speso 10 per spostare gli impianti e simili
  5. A decide di abbassare il prezzo di 4 ed il margine di 1 per conservare il mercato
  6. B e C la seguono
  7. La corsa prosegue fino ad annullare i margini (e finora è capitalismo, il dentifricio continua a costare sempre meno)
  8. Ora le aziende sono bloccate in una rincorsa ai prezzi decrescenti ed i costi di rilocazione sono sempre meno coperti dai margini
Un secondo effetto di questa corsa è la diminuzione dei salari italiani, con 3 aziende non si vede ma con un 50% del totale il numero di salari cala profondamente iniziando una compressione salariale. Il dentifricio che prima era venduto a 13 ora probabilmente lo è a 5 ma i salari sono ridotti e mentre prima un consumatore disponeva di 14 per il dentifricio ora dispone di 4, inconseguenza il mercato del dentifricio è in crisi.
Un altro effetto collaterale è la diminuzione dell'imponibile per lo stato, meno lavoratori e meno imprese sul territorio sono meno tasse raccolte, quindi meno servizi e menoaddetti e la spirale prosegue.
Ecco un Cigno Nero.....


Ora arriva il coronavirus, siccome molte aziende hanno delocalizzato in Cina molte filiere si sono concentrate in un unica nazione, un evento imprevisto in quella nazione blocca laproduzione e le cose si iniziano a complicare........ Magari per un margine migliore le nostre filiere usano il “Justin time” come paradigma ed hanno solo minime scorte di magazzino......
Ogni filiera, come ogni catena, è tanto forte quanto il suo anello più debole ed ogni passaggio comprende un numero limitato di aziende fornitrici. La diminuzione del numero di aziende dedite alla produzione di una specifica tipologia di bene o servizio è fisiologica della progressiva riduzione dei margini, sono sopravvissute solo le più efficienti nel ridurre i costi ed hanno assorbito le altre per guadagnate in economia di scala.
Anni di globalizzazione hanno reso quindi poveri i dipendenti, poveri i produttori (salvo alcune eccezioni), limitate le alternative e poveri gli stati, ora lo shock colpisce pesantemente il sistema ed ingrippa i meccanismi in un momento di debolezza degli ammortizzatori, gli stati. 

Questo campanello d'allarme sveglierà il sistema si chiede il caleidoscopio?
Una sveglia molto sentita....
In realtà è da un po' che il sistema tenta di riformarsi, Trump ed il suo “America first” furono i primi campanelli, ed ora con la “scusa ufficiale” della Guerra Fredda2.0 si tenta di correre ai ripari, la stessa UE si sta muovendo come mai prima: cambiamento delle politiche di austerity, revisione delprecariato, tentativi di iniettare liquidità nell'economia, dazi, ogni dogma sembra vacillare. Non credo nel buon cuore quindi è questione di necessità catalizzata da un virus!

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